"White Christmas" e intolleranza: i parroci alzano la voce
Redattore Sociale
Lettera aperta ai cittadini e alle istituzioni: "Chiediamo sicurezza e condizioni di vita fisica e spirituale consone al Vangelo, rispetto da parte di tutti". Veglia di preghiera il 13 dicembre.
MILANO – “Chiediamo sicurezza e condizioni di vita fisica e spirituale consone al Vangelo, che da sempre illumina la nostra società, rispetto da parte di tutti. Ma proprio perché l’amore del prossimo per noi è un dovere congenito alla nostra fede e perché nel prossimo è presente lo stesso Cristo, vi invitiamo a chiedere le stesse cose anche per coloro che sono venuti a vivere tra noi da altre terre e da altri paesi: a loro come a noi stessi dobbiamo chiedere il rispetto di tutte le regole e di tutte le tradizioni”. È il cuore del messaggio contenuto in una lettera firmata dai parroci di Adro, Cazzago, Coccaglio, Cologne, Erbusco e Rovato, comuni della Franciacorta (prvincia di Brescia), al centro della cronaca nazionale degli ultimi giorni per alcuni episodi che coinvolgono cittadini migranti (l'operazione di censimento degli stranieri irregolari, nota come “White Christmas”, voluta dalla giunta comunale di Coccaglio e l'episodio di violenza fisica e sessuale ai danni di una giovane coppia di italiani da parte di un giovane marocchino a Rovato). Domenica 13 dicembre, alle 20.30, le comunità parrocchiali si incontreranno nella chiesa parrocchiale di Erbusco per una veglia di preghiera.
Nella lettera, che verrà distribuita domenica nelle chiese, i parroci esprimono “solidarietà e vicinanza ai genitori e ai familiari dei due giovani aggrediti dalla pazzia insana e dalla violenza di chi pare abbia agito sotto influsso della droga. Poi ci sembra corretto esprimere i nostri sentimenti di stima agli abitanti di Coccaglio, da sempre testimoni di pacifica convivenza. Entrambi i casi fanno riferimento alle persone di immigrati, aggressori o bersaglio di dichiarazioni che, come riferite dalla stampa, sono decisamente inaccettabili”.
“Se poi consideriamo questi fatti nel contesto della crisi economica con la conseguente minaccia di disoccupazione che sta colpendo le nostre famiglie, ne deriva un quadro di disorientamento -continuano i presuli -. Nella nostra sofferenza ci viene in mente il passo di Geremia: “Anche il profeta e il sacerdote si aggirano per il paese e non sanno che cosa fare” (Ger.14,18). Ma Cristo è risorto e ha tracciato la via perciò, non possiamo fermarci allo sconforto: sicuri solo della fiducia in Dio, che si presta a rinascere Bambino tra noi, vogliamo proporre a tutti di incominciare di nuovo. La via maestra è sempre quella tracciata dal Vangelo: “«Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l'anima tua, con tutta la forza tua, con tutta la mente tua, e il tuo prossimo come te stesso». ( Mt. 22, 37-38 )”.
“Il Signore ci dice dunque di amare noi stessi: per questo richiediamo sicurezza, condizioni di vita fisica e spirituale consone al Vangelo, che da sempre illumina la nostra società, rispetto da parte di tutti. Ma proprio perché l’amore del prossimo per noi è un dovere congenito alla nostra fede e perché nel prossimo è presente lo stesso Cristo, vi invitiamo a chiedere le stesse cose anche per coloro che sono venuti a vivere tra noi da altre terre e da altri paesi: a loro come a noi stessi dobbiamo chiedere il rispetto di tutte le regole e di tutte le tradizioni. Dobbiamo chiedere giustizia e severità per chi delinque, qualunque sia il colore della sua pelle, e non verso chi ha l’unico torto di essere diverso da noi. Solo se tutti crediamo e difendiamo la dignità di ogni essere umano, possiamo sperare che si ricreino quelle condizioni che possono garantire pace e sicurezza. La crisi che incombe, che ci fa tremare per i posti di lavoro, potrà richiedere ancora una maggior solidarietà reciproca, anche, magari, verso quegli immigrati che insieme al lavoro e alla cassa integrazione, dopo sei mesi rischiano di perdere anche il permesso di soggiorno. Il cammino non è facile, ma la meta è certa: coniugare il doveroso rispetto e l’amore per noi stessi con l’amore per l’altro, chiunque esso sia”.
Fonte: Redattore Sociale
27 novembre 2009