Vogliamo diffondere un’altra cultura
Cosimo Marasciulo
Dal 13 al 16 maggio a Perugia si è svolto un piccolo esperimento di comunicazione partecipata con l’obiettivo di sfruttare al meglio tutte le nuove possibilità tecnologiche a disposizione…
Il rapporto tra tecnologie e informazione è stato sempre al centro di analisi, studi e dibattiti. Partendo da Gutenberg per arrivare a Twitter è evidente che più le tecnologie evolvono, maggiori possibilità ci sono per diffondere informazione. Proprio per questo motivo non ci potrà mai essere un capitolo esaustivo che sappia raccontare questo rapporto in costante evoluzione. Dal 13 al 16 maggio a Perugia si è svolto un piccolo esperimento di comunicazione partecipata con l'obiettivo di sfruttare al meglio tutte le nuove possibilità tecnologiche a disposizione. Il 6 maggio a Roma diverse associazioni, web tv, redazioni e realtà si sono incontrate per decidere di rinunciare alla loro identità redazionale (il loro logo) e mettere in condivisione le proprie esperienze e abilità per raccontare la Marcia per la pace Perugia – Assisi, con tutte le sue storie, tematiche e necessità. Per dimostrare che da un appuntamento nazionale ricco di cultura può venir fuori un evento mediatico. L'esigenza di questo incontro è nata dalla constatazione che i mezzi di informazione mainstream non avrebbero approfondito tutte le tematiche e gli eventi che si sarebbero svolti, e che molto spesso la censura più potente è rappresentata dall'indifferenza.
Abbiamo organizzato il sito www.perlapace.it come contenitore di materiale scritto e fotografico, abbiamo aperto il canale www.perlapace. tv per poter pubblicare materiale audio, video e trasmettere le dirette streaming. Ci siamo muniti di pazienza, buona volontà, pennette per la connessione, pc portatili, telecamere, tanta fantasia e siamo partiti. Sapevamo che la forza di internet è la partecipazione per questo motivo abbiamo indetto un piccolo concorso aperto alla rete per la realizzazione di uno spot di invito alla marcia. Per lo stesso motivo abbiamo cercato trenta reporter di pace, tra i partecipanti alla Marcia disposti in nome dei tanti, troppi, giornalisti uccisi in zone di conflitto a raccontare gli aspetti per loro più significativi dell'evento. Tutto il materiale, dalle dirette in streaming sul web, ai reportage fotografici, alle interviste e agli articoli è stato messo in tempo reale in condivisione su internet.
Una cosa del genere non sarebbe stata possibile due anni fa, quando si è svolta l'ultima edizione della Marcia, per due motivi: le tecnologie a disposizione oggi sono diverse e differente è anche la cultura delle persone. Il grande successo di “Rai per una notte”, esperimento metatelevisivo di Michele Santoro, ha dimostrato infatti che qualcosa sta cambiando in questo Paese. Il proliferare di social network (Facebook e Twitter) e la relativa partecipazione comunicativa, insieme allo sviluppo gratuito di piattaforme per dirette streaming sono la base per un potenziale comunicativo praticamente illimitato. Il limite maggiore che abbiamo dovuto aggirare è stata la non visibilità di quello che stavamo facendo, infatti mentre Michele Santoro poteva contare sul suo marchio, sulla sua notorietà, sul diffuso senso di indignazione (tutti elementi che gli hanno permesso di essere ospitato su tante piattaforme televisive, digitali e satellitari) quando ha fatto “Rai per una notte” noi abbiamo dovuto in poco tempo cercare di diffondere il nostro lavoro partendo da zero. Alla fine tutto è andato per il meglio e siamo riusciti a fare la diretta dalla Rocca Maggiore di Assisi usando un I-phone come modem per la connessione.
Al di là dei risultati, che comunque sono stati più che soddisfacenti e dei materiali pubblicati che potete vedere nei siti sopra indicati, l'elemento più significativo di questa esperienza è la constatazione e la certezza che una comunicazione diversa è possibile, è a portata di mano ed è gratuita.
Fonte: Liberainforamazione
24 maggio 2010