Veltroni, via i partiti da Asl e Rai: noi non faremo nomi
L'Unità
Televisione e sanità libere da briglie politiche che compromettono una buona gestione. È questo uno degli obiettivi perseguiti dal Pd.
Fuori i partiti dalla Rai e dalle Asl. Televisione e sanità libere da briglie politiche che compromettono una buona gestione. È questo uno degli obiettivi perseguiti dal Pd, tanto che Walter Veltroni annuncia che «se si dovrà nominare un Cda per la Rai per quanto riguarda eventuali designazioni da parte del Partito Democratico, questi non saranno di parlamentari, ex parlamentari, ma solo di persone che vengono dalla società civile organizzata e con competenze nel campo della cultura, delle aziende, e dell'industria culturale».
Questa la svolta nelle intenzioni del segretario che è intervenuto al seminario della fondazione Scuola di politica a Bertinoro, diretta dal politologo e deputato Pd Salvatore Vassallo. «Separiamo la gestione dall'indirizzo, i compiti della politica da quelli della gestione amministrativa», ha detto Veltroni in una conversazione con gli iscritti alla scuola, radunati nel cortile della Rocca cinquecentesca di Bertinoro. «Ho chiesto a Salvatore Vassallo di lavorare questa estate attorno a una idea forza – ha spiegato – una proposta di legge che presenterò, come primo firmatario, alla Camera e che tende a togliere i partiti dalle Asl e dalla Rai».
Una risposta a chi accusa il Partito Democratico di procedere con una «marcia troppo bassa». Accuse che secondo Veltroni esprimono «ansia da prestazione per cui tutto deve essere fatto in qualche mese. Ma in quale paese accade questo? Noi – ha sottolineato – siamo gli unici bulimici». Mentre il Pd non è come «Fregoli in uno dei suoi più abili travestimenti, ma è un'idea nuova che richiede una cultura nuova».
Inoltre, all'interno del Partito Democratico si sentono troppi «io io». Bisognerebbe invece riscoprire il «noi», cioè «quello spirito solidale di squadra per cui si sta insieme quando si vince e anche quando si perde». Lo ha ricordato il leader del Pd Walter Veltroni rispondendo alle domande dei partecipanti della scuola di politica a Bertinoro. «Io sento tanti io, tutti dicono io e questo non lo trovi solo nei dirigenti nazionali, è tutto io», ha insistito Veltroni. «Il partito deve avere il gusto di usare un pò di più una parola che abbiamo dimenticata, perchè nel passato era oppressiva. Ora che non ci sono più le ragioni dell'oppressione dovremmo riscoprire la parola 'noi'. Mi piacerebbe che il Pd fosse quella casa in cui si ricostruisce un moderno noi, che non nega la bellezza del pluralismo», ed esprime lo spirito solidale di squadra.
Ma lo spirito di squadra sembra latitare. Mentre il segretario parla a Bertinoro, dal palco della festa Democratica di Firenze Arturo Parisi sferra la stoccata: ««Il totale dei 300 giorni di Veltroni porta il segno meno; 100 giorni di Berlusconi sembrano avere il segno più». E aggiunge l'ex ministro della Difesa: «Veltroni impari da Berlusconi – sostiene – a tenere un filo e a svolgerlo nel tempo. Il Cavaliere ha imparato dai suoi errori e dovremmo imparare anche noi»
Ma Veltroni è consapevole delle difficoltà: «La sfida non è di un momento. Il Pd ha otto mesi di vita e tutti sono lì a dire: ancora non avete vinto? Come è possibile? Poi – ha aggiunto – vorrei capire quali sono le alternativa di linea, viste come sono andate certe cose nella politica italiana». La vocazione maggioritaria, ha detto ancora, «non è l'idea dell'esclusività nè del bipartitismo, è l'idea di un partito riformista che voglia fare da baricentro e senza il quale in Italia non ci sarà quel governo riformista di cui l'Italia ha bisogno».
E a proposito di riforme, Veltroni interviene sui provvedimenti presi dal Governo in materia di scuola. «Disinvestire sulla scuola, è questa la soluzione? Può essere anche utile ridurre gli insegnanti, non lo so, ma a fronte di che cosa? – chiede il segretario del Pd -. Parliamo di una scuola nuova, autonoma, parliamo di un progetto o è solo uno spot?». E cita l'ultima decisione di reintrodurre il grembiule per attaccare ancora: «Penso ci siano altre questioni più importanti».
Una di queste è la legge sul testamento biologico: «C'è una nostra proposta di legge e mi auguro che in Parlamento venga approvata, perchè è una testimonianza di grande civiltà». Riferendosi in generale ai temi etici Veltroni ha spiegato che «un grande partito ha dentro di sè sensibilità e culture diverse. Dobbiamo raggiungere dei punti di approdo attraverso una discussione che non sia fatta a colpi di
maggioranza».
Fonte: l'Unità
06 settembre 2008