Usa-Messico, reticolato al posto del muro
La redazione
Compromesso da 3 miliardi fra democratici e repubblicani sulla protezione del confine
C’è differenza fra un muro e un reticolato, dal punto di vista dell’etica? A quanto pare sì, almeno per il Congresso degli Stati Uniti: il partito democratico considerava inaccettabile finanziare il muro da 5 e passa miliardi lungo tutta la frontiera con il Messico, voluto dal presidente Donald Trump, ma ha raggiunto un compromesso con il partito repubblicano su un finanziamento da 3 miliardi di dollari, per costruire lungo lo stesso confine un reticolato da 1,3 miliardi, sorvegliato da nuove guardie di frontiera da assumere con 1,7 miliardi di dollari ; è questo l’accordo «in linea di principio» che i negoziatori democratici e repubblicani hanno raggiunto nella notte italiana a Washington per evitare un altro shutdown, cioè un nuovo arresto delle attività di governo per mancanza di fondi.
Non si farà dunque il muro di acciaio e cemento che voleva il presidente Donald Trump; però ci sarà un reticolato con dissuasori, forse lamelle di acciaio del tipo di quello già esistente in alcune punti del confine; resta da capire perché un muro non sia etico, in quanto espressione di esclusione o persino di razzismo, e il reticolato invece sì.
Del resto si pone un problema di chilometraggio: il muro è stato via via costruito e via via allungato dalle precedenti amministrazioni democratiche e repubblicane senza che questo compromettesse l’etica; Trump avrebbe voluto coprire tutto il confine, ma questo non sarebbe stato etico; e invece il compromesso raggiunto ne copre una parte (non è chiaro quale) e quindi è etico. Etico magari sì, ma logico no.
L’intesa è arrivata poco prima che Trump cominciasse il suo discorso al El Paso, sul confine con il Messico.
Luigi Grassia – 12 febbraio 2019
La Stampa