Una risata contro Bashar


Lorenzo Trombetta


Ridere nella tragedia è possibile in Siria, dove nel 15/mo venerdì consecutivo di proteste, almeno quindici manifestanti sono stati uccisi dalle forze dell’ordine in diverse località del Paese.


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Una risata contro Bashar

Esilaranti, ma soprattutto indicativi della tenacia e del vigore d’animo di molti giovani dimostranti siriani sono alcuni video amatoriali diffusi subito dopo l’ultimo discorso pubblico di al-Asad, nel quale il raìs aveva ribadito la versione ufficiale, secondo cui gli agenti del complotto contro la Siria “hanno armi sofisticate e attrezzature ultra moderne”. Echeggiando le parole del leader libico Muammar Gheddafi, che aveva definito “topi di fogna” i ribelli di Bengazi, il 20 giugno scorso al-Asad aveva dal canto suo definito “germi” i partecipanti ai cortei anti-regime. I filmati, postati sui social network da attivisti della regione di Homs, al centro del Paese, e di quella di Idlib, nel nord-ovest al confine con la Turchia, fanno letteralmente il verso a quelle che vengono definite “le bugie dell’ex raìs”, perché – affermano da ieri, 15/mo venerdì consecutivo di proteste e intitolato “della perdita della legittimità” – Bashar “non è più il nostro presidente”.

Ridere del proprio male è per gli attivisti siriani un’altra arma della loro resistenza pacifica contro il regime. In un video, il raìs che si rivolge alla platea dell’Università di Damasco è imitato da un giovane mascherato che ripete, con una voce stridula, alcuni passaggi più controversi della locuzione presidenziale, mentre voci fuori campo commentano sarcastici, sghignazzano, sottolineano contraddizioni nelle parole di al-Asad. In un altro filmato, un giovane di Homs il cui volto è avvolto da una kufiya mostra due melanzane e dice: “Queste sono le nostre armi… ecco le nostre bombe a mano….”. Poi addenta una melanzana: “…e le mangiamo anche!”. Risate fuori campo. Un terzo video, girato durante un massiccio raduno di protesta, ragazzini sulle spalle di altri manifestanti brandiscono zucchine come se fossero pistole, mentre altri imbracciano dei manici di scopa all’estremità dei quali sono state fissate altre zucchine così da sembrare dei lanciagranate. “Guardate le nostre armi sofisticate!”, gridano.

Sul sito OnSyria, che raccoglie numerose testimonianze visive delle proteste in corso da oltre tre mesi, c’è una sezione (“Funny”) dedicata proprio ai video divertenti. Uno di questi si prende gioco della propaganda dei media ufficiali che ogni settimana trasmettono le presunte confessioni di “terroristi” e mostrano quantità di armi e danaro “sequestrati alle bande armate”. Su un divano assai simile a quelli su cui siedono i “terroristi” mostrati dalla tv di Stato, un ragazzino bendato è in piedi accanto a numerose pistole ad acqua, fucili colorati di plastica per bambini e qualche foglio di lire siriane. “Una banda armata è stata catturata…”, annuncia una voce fuori campo con tono serio, imitando gli annunciatori della tv di regime, mentre in sottofondo si odono le risate di chi assiste alla registrazione del filmato.

La necessità di “riderci su” non è però una novità nel fronte del dissenso siriano. Quando nel giugno 2000 il parlamento approvò all’unanimità l’emendamento costituzionale che consentì all’allora trentaquattrenne Bashar al-Assad, figlio del defunto raìs Hafez, di diventare il nuovo presidente della Repubblica nonostante il testo fondante del regime fissava a un minimo di 40 anni l’età del capo dello Stato, si diffusero in Siria numerose barzellette sul tema. Una di queste racconta la salita al paradiso di Hafez al-Asad, che trova però inspiegabilmente chiuse le porte del cielo. Di fronte alle insistite proteste del raìs immortale, l’arcangelo risponde serafico: “Mi dispiace, abbiamo appena emendato la costituzione del Paradiso!”.

Fonte: Il Mondo Di Annibale

26 giugno 2011

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