Un voto all’Onu, l’Italia cambia e dice di sì
il Manifesto
L’Italia ha votato a favore dell’avvio dei negoziati per mettere fuori legge le armi nucleari, cambiando il voto contrario alla stessa risoluzione espresso nella commissione disarmo il 27 ottobre scorso.
Il 24 dicembre, vigilia di Natale, all’assemblea generale delle Nazioni Unite a New York è stata approvata la risoluzione L.41 che impone l’avvio di negoziati per mettere fuori legge le armi nucleari, primo passo per la loro abolizione totale. La risoluzione è stata approvata con 113 voti a favore, 35 contrari e 13 astensioni; Hanno votato contro le potenze nucleari (ma la Cina si è astenuta), che non intendono privarsi delle loro bombe nucleari, molti paesi europei.
L’Italia ha votato a favore, cambiando il voto contrario alla stessa risoluzione espresso nella commissione disarmo il 27 ottobre scorso.
Il governo italiano, con il voto a favore del disarmo nucleare, ha ascoltato la voce di tante associazioni e persone che hanno chiesto tale svolta nella politica italiana e la voce del papa Francesco che domenica prossima, nella giornata della pace, ripeterà l’appello proprio in favore “della proibizione e dell’abolizione delle armi nucleari”, denunciando che la deterrenza nucleare e la minaccia della distruzione reciproca non assicurano la coesistenza pacifica fra i popoli.
Nel mondo nove paesi possiedono armi nucleari; ce ne sono 15.000, molte su missili intercontinentali, pronte a portare morte e distruzione in qualsiasi parte del pianeta; alcune bombe termonucleari americane sono anche in Italia a Ghedi e Aviano.
Tutto questo dovrebbe gradualmente cessare con i negoziati per l’eliminazione delle armi nucleari che cominceranno nel 2017, settantadue anni dopo il lancio della prima bomba atomica americana su Hiroshima; molti problemi tecnici, economici, ecologici e politici, dovranno essere risolti, il cammino sarà lungo e difficile ma è cominciato.
Con l’eliminazione delle bombe nucleari, le centinaia di miliardi di dollari che ogni anno le potenze nucleari spendono per l’aggiornamento e il perfezionamento dei loro arsenali, potrebbero diventare disponili per assicurare cibo, acqua e case ai due miliardi di poveri del mondo.
Quante cose possono succedere se si preme il tasto giusto, quello del disarmo e della pace, durante la votazione in una aula delle Nazioni Unite, in un freddo giorno invernale.
Fonte: il Manifesto
31 dicembre 2016