Un network europeo di giovani per combattere le mafie


Elisabetta Norzi


Don Tonio Dell’Olio spiega l’ultimo progetto di Libera International: fare incontrare associazioni giovanili di diversi paesi europei per fronteggiare il dilagare della criminalità organizzata con una rete comune.


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Un network europeo di giovani per combattere le mafie

Un network di associazioni giovanili europee per combattere la criminalità organizzata. E’ l’obiettivo di Libera International, promotrice del progetto di fare incontrare ragazzi di diversi paesi d’Europa a Berlino, nel mese di novembre, in occasione dei 18 anni della caduta del muro. Antonio Dell’Olio, responsabile di Libera International, spiega di che cosa si tratta.

Come si articola il progetto?
Stiamo costruendo un percorso che a partire da novembre, in occasione dei 18 anni della caduta del muro di Berlino, raccoglie una trentina di organizzazioni giovanili europee. Circa 200 ragazzi si incontreranno nella capitale tedesca per costruire una rete comune con l’obiettivo di fare fronte al dilagare della criminalità organizzata. Portiamo avanti in questo modo, quindi, un discorso di educazione alla pace, affrontando diversi aspetti: dall’uso sociale dei beni confiscati alle mafie fino alla memoria delle vittime.

Perché Berlino?
In realtà il progetto tocca diverse città; prima tra tute Berlino, simbolo della riunificazione dell’Europa, di un nuovo cammino, che ha però riallacciato anche i rapporti tra le organizzazioni criminali; poi Cracovia e Auschwitz, fino a Torino e Bari, dove verrà celebrata la giornata della memoria e dove ci sono forti germi di rinnovo che sono riusciti a scalfire, in parte, la Sacra corona unita.

Qual è l’obiettivo?
E’ quello di creare una rete internazionale, un fronte comune contro tutte le mafie. Dallo scorso ottobre abbiamo allacciato rapporti anche con Ong e associazioni in Colombia, paese in cui c’è un rapporto solido e forte tra criminalità organizzata italiana e traffico di droga. Abbiamo sviluppato rapporti per lavorare insieme e di cooperazione internazionale, soprattutto con i familiari delle vittime.

Parteciperete anche voi alla marcia Perugia-Assisi. Come si legano alla pace e ai diritti umani i temi della lotta alle mafie e alla criminalità?
Sono strettamente legati. Non si può fare nessun discorso sulla lotta alla criminalità organizzata senza tenere presente il problema più complesso del rispetto dei diritti umani e della pace.

Avete in programma eventi particolari in vista della marcia?
Il primo di ottobre organizziamo un convegno a Roma che ha come tema proprio i diritti umani e la sicurezza. Sarà un confronto di esperienze su come favorire la sicurezza nelle città, da un punto di vista particolare e partendo da una questione importante: diffondere i diritti umani può garantire maggiormente la sicurezza. Interverranno, infatti, esperti e gruppi che hanno lavorato in questo senso; nelle periferie urbane, per combattere il disagio e la marginalità, tutti modi, questi, che si sono dimostrati fondamentali per ridurre la violenza e quindi recuperare la sicurezza per tutti i cittadini. Senza la via della repressione che tutti i politici, invece, sembrano perseguire come unica strada possibile.

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