Ue: Inchiesta sul naufragio degli eritrei


Laura Eduati


Il Consiglio d’Europa sollecita chiarimenti a Italia e Malta sul gommone lasciato alla deriva. Berlusconi a Tripoli solo domani 30 agosto.


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Ue: Inchiesta sul naufragio degli eritrei

Tubi di neon colorati che formano il profilo – ringiovanito – del colonnello, migliaia di bandierine verdi come puntini sul cielo azzurro, enormi poster che raffigurano una folla festante che guarda al luminoso libro verde, un palco gigantesco dove danzeranno 400 ballerini e attori, uno show con mille cammelli e 40 mongolfiere nell’oasi di Ghadames. E’ pronta la coreografia trionfale che il primo settembre trasformerà Tripoli e mezza Libia nella festa barocca per celebrare, senza badare a spese, il quarantennale della rivoluzione El Fateh ovvero la presa al potere di Muammar Gheddafi, ex canaglia, ex diavolo, ora amico delle potenze occidentali che sottobanco firmano milionari accordi economici col colonnello ma che diplomaticamente rifiutano di presenziare alle celebrazioni del golpe che saranno mandate in onda gratuitamente  livello planetario.
Nicolas Sarkozy, Dimitri Medvedev e Vladimir Putin hanno smentito, ieri, la partecipazione allo show dopo che gli organizzatori di Tripoli l’avevano invece data per certa. Chiarito l’equivoco, pare ormai certo che nessun leader delle potenze occidentali accetterà di farsi fotografare nell’orgia di luci e palloncini accanto allo scomodo Gheddafi, ancor più scomodo dopo il tripudio nazionale dedicato nei giorni scorsi al libico condannato per l’attentato di Lockerbie, Abdelbaset Al Megrahi, malato terminale di cancro e per questo rilasciato dal carcere scozzese dove stava scontando l’ergastolo. L’accoglienza da eroe aveva irritato Barack Obama  – nell’aereo abbattuto della Pan Am viaggiavano 189 cittadini americani – e specialmente Gordon Brown, e aveva convinto il principe Andrea a cancellar il volo per Tripoli.
Ora anche palazzo Chigi fa sapere che Berlusconi non parteciperà al quarantennale, e sarà presente nella capitale libica soltanto il 30 agosto per celebrare il primo anniversario del Trattato di amicizia firmato a Benghazi. Il primo settembre Berlusconi sarà a Danzica per ricordare lo scoppio della seconda guerra mondiale.
La Farnesina conferma che nessuna delegazione ufficiale italiana prenderà parte ai festeggiamenti del colpo di stato di Gheddafi, e nessun membro di governo. A rappresentare l’Italia ci sarà l’ambasciatore italiano a Tripoli, le Frecce tricolori che sorvoleranno la capitale omaggiando il colonnello e persino gli sbandieratori di Gubbio e Sansepolcro, che hanno ricevuto un invito speciale da parte degli organizzatori libici.
Dopo le proteste dei radicali e dell’Udc per l’invio delle Frecce tricolori – troppo costose secondo l’opposizione, anche se il governo ha specificato che l’esibizione sarà pagata dalla Libia -, ora tocca ad Antonio Di Pietro stigmatizzare il viaggio a Tripoli di Berlusconi (“l’Italia di Berlusconi ha seppellito la dignità”) accompagnato da Lorenzo Cesa (Udc) che chiede di risparmiare all’aeronautica italiana un’esibizione nel paese che tortura ed umilia i migranti. Il radicale Matteo Mecacci nota il silenzio stampa del Partito Democratico sulla questione – il Pd votò a favore del trattato con la Libia, che peraltro era stato inaugurato gli scorsi anni proprio degli esponenti Ds come Giuliano Amato e Massimo D’Alema – e deduce che, a Tripoli, il premier rappresenterà anche il partito di Franceschini.
Il 30 agosto Berlusconi non sarà solo accanto a Gheddafi. Con lui voleranno in Libia trecento esuli italiani, che saranno accolti dal ministro della cultura libico. Il presidente del Consiglio poserà inoltre l prima pietra dell’autostrada costiera finanziata interamente dall’Italia – il trattato di amicizia prevede anche questo – come risarcimento del periodo coloniale e che nei sogni del colonnello dovrebbe unire la Libia con l’Egitto.
Sebbene Maroni e Frattini abbiano ripetuto nei giorni scorsi che l’accordo con la Libia funziona perfettamente perché sono diminuiti gli arrivi dei migranti, gli sbarchi proseguono. Probabilmente per smorzare le polemiche sul mancato soccorso al gommone dei cinque eritrei tratti in salvo dalla Guardia di finanza la settimana scorsa, Malta ha accettato l’arrivo di due imbarcazioni con ottanta persone a bordo, uno di questi cadavere. In maggioranza sono eritrei, e dunque potenziali richiedenti asilo. Sono stati rinchiusi in uno dei centri di identificazione di Hal Far, presto finiranno nei centri di detenzione per migranti dove potrebbero passare diciotto mesi. Tra loro ci sono quattordici donne, tre di loro incinta, e una bambina di sete anni.
Il commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Thomas Hammerberg, ha inviato un lettera ai governi di Roma e La Valletta per sollecitare un’inchiesta sulle responsabilità della morte dei 73 migranti lasciati alla deriva per una ventina di giorni, senza soccorso.

Fonte: l'Unità

28 agosto 2009

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