Thyssen: le scuse di Confindustria rendono il Paese un pò meno incivile


Osservatorio Tg


Il commento di Lorenzo Coletta sui Tg di mercoledì 11 maggio 2011. Alberto Baldazzi intervista Antonio Boccuzzi, sopravvissuto al rogo della Thyssen.


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Thyssen: le scuse di Confindustria rendono il Paese un pò meno incivile

I Tg di mercoledì 11 maggio 2011- “Il punto più basso della campagna elettorale”, così come Enrico Mentana ha definito l’attacco infondato della Moratti a Pisapia nel faccia a faccia su Sky, trova riscontro fin dai titoli per Tg La 7 e Tg 3 ma è anche presente in un servizio del Tg 2 e, seppure un po’ ovattato nel Tg 1. Se ne occupa anche  Studio Aperto, ma  in maniera tale da rendere incomprensibile la notizia.
Le scuse di Confindustria per l’applauso al manager della Thyssen sono evidenziate sempre dal Tg 3 e da TG La 7. Notizia in breve per TG 5, assente  nel Tg di Minzolini. Anche Studio Aperto se ne occupa: un segnale ulteriore dell’avversione a Confindustria dello schieramento, anche mediatico, del centrodestra ( si vedano le dichiarazioni leghiste di giornata). A noi le scuse di Galli –  pur tra le parziali giustificazioni degli umori della  platea imprenditoriale – sono apparse come un raro fiore di civiltà in un contesto politico  e sociale che ha perso la cognizione stessa della correttezza. Nel commento abbiamo sentito Antonio Boccuzzi, unico superstite del rogo di Torino, che con rigore e pacatezza accoglie il dietrofront di Confindustria, in attesa di manifestazioni più esplicite e inequivocabili.
Il quasi quotidiano intervento di Napolitano, accorato quanto rigoroso, contro i toni esacerbati dello scontro politico e gli attacchi alle istituzioni, è presente su tutte le testate: la sensazione è che venga oramai recepito dai Tg come un fatto rituale che le notizie ed i commenti che seguono si affrettano a confutare nella sostanza.
 L’intervento di ieri dell’Agcom non produce nessun effetto tangibile, dato che il Berlusconi-prezzemolo spunta nelle diverse varietà: presenza del Premier all’anniversario della nascita di Israele, smentita del “gelo” con il Quirinale, plauso all’apertura tedesca a Draghi. Emilio Fede si diverte a dar di fioretto all’Agcom, assicurando una sua  connaturata e sempiterna adesione alla par condicio, e segnalando che le 5 o 6 volte in cui parla di Berlusconi è costretto a farlo nella qualità di Premier, giammai in quella di capo del Pdl.
Tutti i Tg si  interrogano sul destino di Gheddafi, mentre le vittime siriane del regime dispotico continuano a non fare notizia, se si esclude una citazione in un titolo del Tg5.
Il mancato terremoto a Roma è presente su tutte le testate, che ci propongono, forse con eccessiva leggerezza, i dati i un 20% di romani che non sono andati al lavoro per paura delle scosse. Qualche riflessione ed approfondimento non avrebbero guastato.

Lorenzo Coletta

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Il Commento di Antonio Boccuzzi, sopravvissuto al rogo della Thyssen
(intervista di Alberto Baldazzi)


Antonio Boccuzzi,  possiamo dire che l’incidente, seppure grave, è rientrato con le scuse del Direttore generale di Confindustria Galli, dopo l’applauso a Bergamo?

“Io   credo che l’episodio si chiuderà nel momento in cui la Dottoressa Marcegaglia incontrerà – come promesso –  i familiari qui, a Torino. Mi sento di dire inoltre che non possiamo decidere noi, così come ha detto il Ministro Sacconi;l’episodio per quanto mi riguarda si chiude nel momento  in cui ci sarà quell’incontro e nel momento in cui la Marcegaglia darà spiegazioni rispetto al significato di quell’applauso”.

In ogni caso la Confindustria  ha avuto un momento di resipiscenza alquanto ravvicinato rispetto a quell’errore che è stato ammesso in quanto tale…

“Assolutamente sì.  Era importante che Confindustria prendesse le distanze   da quella forma di solidarietà nei confronti di chi oggi è stato condannato –  non è solo imputato, è stato condannato se pure solo in primo grado –  per omicidio volontario con dolo eventuale”

Volevo per un attimo tornare a questa sentenza, che lo stesso Guariniello ha definito “storica”. L’Italia, dunque, produttrice di civiltà giuridica anche nel segmento del lavoro; non sarebbe la prima volta – ricordiamo lo Statuto dei lavoratori del ’71. E’ una prospettiva che può diventare importante anche in chiave europea, quella aperta dalla sentenza di Torino?

“Auspico che sia così; soprattutto per quelle situazioni in cui gli imprenditori non mettono l’accento nella loro mission sui lavoratori ; il nostro rammarico relativo a quell’applauso non è nei confronti degli imprenditori in generale; certamente noi riteniamo che la sentenza  sia utile e serva da deterrente soprattutto per quegli imprenditori che dimenticano la salute e la sicurezza dei loro lavoratori”
Possiamo dire che questa vicenda che si è sviluppata e quasi conclusa – tengo conto delle sue dichiarazioni –  nel giro di pochi giorni, rappresenta una volta tanto un paese civile e normale?
“Credo che l’espressione di civiltà la si possa recuperare quando questo episodio sarà definitivamente chiuso. Io mi auguro che la si smetta di strumentalizzare quanto sta accadendo rispetto alla vicenda Thyssen. Ho apprezzato  le parole di solidarietà   di tutto il mondo politico, da tutti gli schieramenti. Allo stesso tempo sento di dover prendere le distanze da alcune posizioni che ritengo assolutamente strumentali, rispetto ad una condizione che è assolutamente tragica  per noi e soprattutto per i familiari dei miei colleghi”.

Fonte: Articolo21

11 maggio 2011

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