Taranto e Pozzallo, porti sicuri
la Repubblica
Il Viminale assegna il porto sicuro alle due ong spagnole dopo che l’Italia, con Malta Germania e Francia, ha chiesto alla Ue di avviare il ricollocamento. Stop per il maltempo alle ricerche dei naufraghi di Lampedusa. Fino ad ora cinque, tutti di giovani donne, i corpi recuperati; 149 i superstiti.
Assegnato Taranto come porto di sbarco per le 62 persone a bordo Open Arms.
Impossibile muoverci prima di domani a causa condizioni meteo”. Lo scrive sul suo profilo twitter l’organizzazione non governativa.
In serata, la Ong spagnola Open Arms, con 73 persone a bordo, aveva comunicato di aver ricevuto l’autorizzazione allo sbarco da parte del Viminale. Da ieri, così come l’altra nave spagnola, la Aita Mari con 78 migranti, stava ridossata davanti alle coste della Sicilia orientale per ripararsi dal maltempo. Nel pomeriggio, undici persone, tra cui i bambini con le loro famiglie e i feriti da arma da fuoco, erano stati evacuati ad Augusra. La ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, intervista da Lucia Annunziata, aveva annuciato che il porto sicuro sarebbe stato concesso anche a loro.
Il naufragio
I primi due corpi li hanno recuperati stamattina all’alba talmente martoriati che per uno dei due è stato difficile persino stabilire il sesso, il secondo era di una giovane donna. In mattinata sono cinque i corpi rinvenuti, tutti di donne. Ma le ricerche dei mezzi aerei e navali di Guardia costiera, Guardia di finanza e Marina militare a Lampedusa continuano senza sosta perché sono almeno una quindicina in totale i migranti che – secondo le testimonianze dei 149 sopravvissuti – risultano dispersi dopo il naufragio del barcone di dieci metri capovoltosi ieri pomeriggio a solo un miglio dall’isola dei Conigli. Due minorenni tunisini hanno perso i genitori che ancora non figurerebbero nell’elenco dei sopravvissuti.
Tra i primi ad essere salvati, un migrante non vedente è riuscito ad attirare l’attenzione dei soccorritori. Tra gli altri sopravvissuti anche un bimbo di poco più di un anno per fortuna in buone condizioni. Gli agenti della squadra mobile di Agrigento hanno ascoltato per tutta la notte i superstiti, migranti di diverse nazionalità ma soprattutto eritrei, tunisini, pakistani, algerini e anche alcuni cittadini libici in fuga dai bombardamenti. Sembra che il barcone, in modo del tutto simile a quanto avvenuto in occasione dell’ultimo naufragio del 7 ottobre, sia partito due giorni fa da una spiaggia al confine tra Libia e Tunisia. L’imbarcazione, in un weekend in cui i trafficanti hanno fatto partire più di 10 barche contemporaneamente con circa un migliaio di persone, non era stata intercettata da nessun mezzo né – a quanto dice la Guardia costiera – aveva lanciato alcuna richiesta di aiuto.
Il piccolo peschereccio era già in prossimità delle coste dell’isola quando ieri pomeriggio è stato visto, da terra, da un cittadino di Lampedusa che ha avvertito la Guardia costiera. Il mare era in tempesta con onde alte quasi due metri e, non appena le prime motovedette sono arrivate, l’imbarcazione – probabilmente per l’improvviso agitarsi dei migranti a bordo – si è capovolta sotto gli occhi dei soccorritori. In tutto sono state messe in salvo 149 persone ma i superstiti hanno raccontato di diversi dispersi. Questa mattina il ritrovamento dei primi corpi.
La Ocean Viking approda a Messina
È approdata al molo Norimberga del porto di Messina la nave Ocean Viking di Sos Mediterranee e Medici senza Frontiere con 213 migranti a bordo. La decisione di indicare Messina come porto sicuro è stata presa dopo che Italia, Germania, Francia e Malta hanno congiuntamente richiesto alla Commissione europea l’attivazione della procedura di ricollocamento dei migranti salvati in diverse operazioni dalla Ocean Viking. L’intervento europeo è stato sollecitato da tutti i Paesi che hanno condiviso il pre-accordo de La Valletta. I migranti saranno adesso trasferiti nel centro di primo soccorso ed identificazione di Messina, accanto alla caserma Gasparro.
La Repubblica
24 novembre 2019