Tagli all’elettricità: dopo Gaza rischia anche la Cisgiordania
NEAR EAST NEWS AGENCY
L’Anp di Abu Mazen deve 170 milioni di dollari alla Israel Electric Company, che minaccia di staccare la spina e di lasciare al buio i palestinesi anche in Cisgiordania.
Soltanto un rinvio approvato all'ultimo istante ha impedito che rimassero al buio i palestinesi della Cisgiordania. Ma si tratta di pochi giorni di tregua. I media israeliani riferiscono che al termine dell'Eid al Fitr, la festa islamica che chiude il mese di Ramadan, la Israel Electric Company tornerà a chiudere i suoi soldi, altrimenti staccherà la spina ad un'ampia porzione di palestinesi che vivono nelle aree della Cisgiordania amministrate dall'Anp di Abu Mazen.
I palestinesi hanno una loro compagnia elettrica, la Jerusalem Electricity Company (Jec) con sede a Gerusalemme Est, l'unica società palestinese di servizio pubblico che gli israeliani hanno lasciato operativa dopo l'occupazione della zona araba della città nel 1967. La Jec – che serve anche Ramallah, Gerico, Betlemme e 12 campi profughi – però non produce elettricità ma la acquista dagli israeliani e si limita a distribuirla.
Nel corso di questi ultimi anni, a causa del mancato pagamento delle bollette da parte di diverse migliaia di famiglie povere, il debito per 170 milioni di dollari si è accumulato sulle spalle della Jec che non è più in grado di versare quanto deve alla compagnia israeliana. Da qui il pericolo concreto che nel giro di pochi giorni, dopo Gaza, anche i palestinesi della Cisgiordania si ritrovino senza energia elettrica.
Fonte: http://nena-news.globalist.it
16 Agosto 2012