Summit Ue-Africa: prima i giovani


La redazione


Voci da Abidjan (Costa d’Avorio) dove oggi e domani si tiene il Summit Europa-Africa su giovani, migrazioni, terrorismo e sicurezza


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summitUE-Africa

I giovani sono l’anima del nostro continente” spiega a DIRE Joana Choumali, fotografa ivoriana premiata in Europa e in America per i suoi reportage sociali. Il colloquio si tiene alla vigilia del Summit Europa-Africa in programma ad Abidjan oggi e domani. Secondo Choumali, “in vista dell’arrivo dei capi di Stato e di governo si sono moltiplicati gli appelli delle organizzazioni della società civile per una cooperazione che metta al centro proprio i giovani”. Il tema è in primo piano anche sulla stampa.

“La scelta dei giovani come focus del Summit – sottolinea l’esperto tanzaniano Jenerali Ulimwengu – è la scelta giusta in un continente dove i Paesi registrano tassi di disoccupazione record e dove le rotte migranti portano migliaia di ragazzi a imbarcarsi per l’Europa rischiando la vita o li rendono moderni schiavi, come confermato di recente da un reportage sulla Libia”.

Al Summit, il quinto dopo quelli del Cairo (2000), di Lisbona (2007), di Tripoli (2010) e di Bruxelles (2014), parteciperanno dirigenti e capi di Stato di decine di Paesi. Dall’Europa, oltre ai vertici dell’Ue, con Jean-Claude Juncker, Federica Mogherini e Antonio Tajani, sono attesi il premier italiano Paolo Gentiloni, il suo omologo spagnolo Mariano Rajoy e il presidente francese Emmanuel Macron. Figure di primo piano che confermano lacentralità di un rapporto, secondo Ulimwengu: “Il nostro continente è il primo destinatario dei fondi della cooperazione europea; lo stesso bilancio dell’Unione Africana dipende da Bruxelles per l’80 per cento”.

Nei giorni precedenti il vertice si è discusso di risorse che, a partire dal nuovo European Fund for Sustainable Development, potrebbero essere stanziate per affrontare i nodi delle migrazioni dall’area subsahariana. Il vertice è però anche “una vetrina per la Costa d’Avorio“, spiegano fonti diplomatiche sentite dalla DIRE ad Abidjan.

“Le strade che conducono al quartiere del Plateau dove si tiene il Summit sono chiuse e le camionette di polizia ed esercito sono dappertutto” conferma suor Rosaria Giacone, missionaria italiana ad Abidjan. In città la religiosa organizza ‘Le Petit Baobab’, una scuola elementare per bambini svantaggiati. Preferisce non entrare nel merito delle scelte politiche né commentare le notizie sui costi del vertice, che sarebbero raddoppiati da 11 a 22 milioni di euro. “Speriamo solo – dice – che il Summit si traduca in un sostegno concreto e non sia solo l’occasione di nuove promesse”.

di Vincenzo Giardina

29 novembre 2017

DIRE

 

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