Sudafrica: l’oro che uccide


Rita Plantera


Gli ultimi morti riaprono il dibattito sulla sicurezza nelle miniere sudafricane


CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+

Continuano le ricerche dell’ultimo minatore ancora disperso nelle viscere dell’impianto dell’Harmony Gold di Doornkop – a ovest di Johannesburg – mentre per motivi di sicurezza l’azienda ha sospeso per 24 ore tutte le operazioni nelle miniere.

Nove i corpi estratti e otto i minatori portati in salvo dei diciotto rimasti intrappolati nel crollo sotterraneo dopo che martedì una scossa sismica di magnitudo 2.4 aveva colpito un cavo di alta tensione scatenando – secondo quanto riportato dal sindacato nazionale dei minatori il National Union of Mineworkers (NUM) –  un incendio e la caduta di massi a 1733 metri di profondità.

Giovedì altri due operai sarebbero invece morti in incidenti separati in due diverse miniere di proprietà della stessa Harmony Gold, quella di Kusasalethu nella provincia del North West e di Joel nel Free State.

“Una volta che l’ultimo lavoratore sarà ritrovato e l’incendio portato sotto controllo, sarà avviata un’inchiesta per scoprire cosa ha portato a questo incidente”, ha fatto sapere il ministro delle risorse minerarie Susan Shabangu. Aggiungendo che, nonostante nel corso degli ultimi anni l’industria dell’oro abbia migliorato di molto gli standard per la sicurezza, questo ennesimo incidente rappresenta una battuta d’arresto e “un atto d’accusa sulla sicurezza nell’industria mineraria, in particolare della Harmony Gold”, il terzo produttore di lingotti del Paese.

L’incidente, il più grave da quando 9 operai rimasero uccisi durante una frana sotterranea in una miniera di platino nel luglio del 2009, riapre il dibattito sulla sicurezza nelle miniere sudafricane – le più profonde e pericolose al mondo – che benché abbiano visto un miglioramento delle condizioni a partire dalla fine del regime dell’apartheid, registrano ancora incidenti per una media di almeno 100 morti l’anno tra i minatori.

Basandosi l’economia del Sudafrica sulle esportazioni di metallo per il 60% dei suoi guadagni in valuta estera e vantando l’80% delle riserve mondiali di platino e il 50% di quelle aurifere conosciute, il settore minerario contribuisce per circa il 10% al PIL nazionale.

Tuttavia, sebbene le miniere siano una parte vitale del sistema economico del Paese, negli ultimi anni l’industria del settore è stata colpita da una serie di scioperi violenti, con i minatori che chiedono fondamentalmente la fine di quello che chiamano “la struttura salariale apartheid”.

Lotte dei lavoratori – offuscate da ben altre priorità nell’agenda tanto della classe politica che di quella economica – che, per ovvia necessità, enfatizzano la sola questione dei salari a scapito di quelle, non meno prioritarie, sui diritti e i bisogni delle comunità che vivono nei pressi delle miniere e sulle condizioni e i rapporti generali di lavoro.

Fonte: http://nena-news.it
8 febbraio 2014

CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+

Lascia un commento