Strasburgo: ieri il via al Vertice Nato


il Manifesto


La traballante leadership americana, l’allargamento a 28 paesi, le guerre che non si vincono, il rischioso ruolo di poliziotto globale… Nata nel ’49, l’Alleanza atlantica ha un età. E la dimostra tutta.


CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+
Strasburgo: ieri il via al Vertice Nato

E si presenti a questo anniversario con unica certezza ben sintetizzata dalla battuta di un suo anonimo alto funzionario riferita dall’Economist: “Le operazioni militari sono diventate la nostra ragion d’essere. Intervengono, dunque sono.”
Fino a quando? Sullo scenario mondiale ci sono almeno due fattori che potrebbero  influenzare questa “ ragion d’essere”: il ritorno della politica con l’elezione di Barak Obama e l’urgenza della  instabilità finanziaria e della crisi climatica . Non è roba di una notte, né da fare davanti a candeline. La guerra in corso in Afghanistan resta al centro delle relazioni internazionali, perché lascia in bilico la residua credibilità dell’alleanza militare. Lo stesso Obama ci investe più uomini e mezzi , perché se la NATO perdesse in Afghanistan, probabilmente non si parlerebbe più di crisi di identità ma di esistenzialità. Il documento finale che verrà approvato domani dai 28 membri NATO ( erano 16 sessanta anni fa) denominato Declaration of Alliances Security conterrà tracce di un nuovo concetto strategico, ma non il suo compimento, fra l’imprevedibilità della guerra afgana e il nervosismo dei Paesi allaeati dell’Est europeo, che vorrebbero una struttura più vicina ai loro bisogni.Negli anni Novanta, la Nato riparte intorno al concetto strategico dell’out of area, attraverso cui passano tutte le missioni internazionali. Nella prima guerra del Golfo del 1991, “l’alleanza dei volenterosi” schierata contro l’Iraq non è unìoperazione Nato ma i suoi membri combattono con procedure, strutture e logistica che hanno già in casa.Nel 1999, bombardando la Serbia di Slobodan Milosevic, la missione “fuori area” è ormai una realtà collaudata e ufficiale, con un seguito peaceforcing e peacekeeping sotto le insegne Nato nella ex -. Jugoslavia che arriva ai nostri giorni. Nel 2001, dopo l’abbattimento delle Torri Gemelle, l’amministrazione Bush invoca per la prima volta dal 1949 l’articolo 5 del Patto atlantico, che prevede il mutuo soccorso tra alleati in caso di minaccia a uno dei membri. L’Afghanistan e poi ancora l’Iraq sono sostanzialmente – sotto forme diverse – operazioni Nato out of area.Questa attività dettata agli alleati da un amministrazione americana pesantemente unilaterale nelle relazioni internazionali, indebolisce l’ingresso nella Nato dei Paesi dell’ex Patto di Varsavia, che puntano sull’Alleanza guardando più concretamente ai benefici di entrare un giorno nell’Unione Europea. E’ questo l’altro problema del sessantennio. I baltici più di tutti si sono sentiti indifesi di fronte alla Russia e chiedono un bilanciamento diverso, traducibile in una struttura militare di “solidarietà2 più agile che possa garantire i confini casalinghi. Un punto ,forse, merce di scambio con la nuova linea dell’amministrazione americana, che non ritiene più essenziale lo “scudo” e anzi fa del riavvicinamento con la Russia una nuova stella polare.
Politique d’abord, Obama ha chiuso l’era Bush. Il suo approccio alla Nato come all’Onu è ispirato ad un multilateralismo che non risolve i rischi, ma li riconduce almeno ad una prova di dialogo. Da esercitare anche con paesi come l’Iran. Una linea esplicita fin dal 2007, quando in una riunione del Chicago Council on Global Affaire, l’allora senatore affermava che “è stata l’America ad aver costruito in buona parte un sistema di istituzioni internazionali che ci hanno fatto attraversare la Guerra Fredda. Invece di limitare la nostra potenza, queste istituzioni ci hanno esaltato”.
Ma la Nato è in bilico non solo per l’Afghanistan. Questa guerra assorbe 2 miliardi di dollari l’anno per “sviluppare la sicurezza” e altri 42 per le operazioni militari. Tutto ciò mentre la crisi finanziaria avanza e svuota l’Allanza quale centro del dialogo strategico tra Stati Uniti ed Europa. L’Asia sarà sempre più il primo interlocutore degli Stati Uniti. E l’emergenza climatica, in cima all’agenda americana e cinese, è troppo out of area perché la Nato possa trovarvi un senso. O un'altra identità.

Articolo di Francesco Paternò

Fonte: il Manifesto

3 aprile 2009

***

Vertice Nato: scontri a Strasburgo,
I no global tentano di fermare il summit
Un gruppo di 250 persone si dirige verso la sede dell'incontro: la polizia lancia lacrimogeni

dal Corriere.it

STRASBURGO (FRANCIA) – Ancora scontri. Un gruppo di manifestanti no global di circa 250 persone è riuscito ad avvicinarsi questa mattina al centro di Strasburgo portandosi fino a circa un chilometro dal Palazzo della Musica dove si terrà oggi il vertice della Nato. I manifestanti si stanno muovendo e la polizia sta lanciando lacrimogeni per impedirgli di muoversi e per farli disperdere.

SCONTRI – I manifestanti si sono divisi in due tronconi e stanno cercando di riposizionarsi mentre la polizia è in assetto di guerra e lancia lacrimogeni impedendo ai manifestanti di ritornare indietro. Al momento la manifestazione blocca il viale centrale di Strasburgo che porta al centro congressi e anche al centro stampa. Diversi dimostranti sono mascherati, alcuni sono vestiti di nero ma molti hanno anche il viso scoperto.
Successivamente venticinque manifestanti sono stati arrestati: lo hanno riferito fonti della prefettura locale.

4 aprile 2009

CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+

Lascia un commento