Strage negli ospedali dei bambini


L'Osservatore Romano


Inondazioni, epidemie e mancanza di fondi impediscono le cure in India, Nepal e Bangladesh


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epaselect epa06140127 Family members care for children undergoing treatment at the Baba Raghav Das Hospital in Gorakhpur, India, 12 August 2017. According to reports, at least 64 children have lost their lives at the hospital over six days since 09 August 2017, allegedly due to a lack of oxygen cylinders. Uttar Pradesh state government has however refuted the charges, stating that the children died due to illnesses and various medical reasons.  EPA/STR

Inondazioni, epidemie, povertà, mancanza di fondi e di strutture. È difficile tracciare i contorni della strage che si sta compiendo, ormai da alcuni mesi, in India, Nepal e Bangladesh. Centinaia di bambini sono morti e continuano a morire. Nel solo mese di agosto, nell’ospedale statale di Gorakhpur, in India, sono deceduti oltre 200 bambini che potevano essere salvati se solo ci fossero state medicine, strutture e macchinari adeguati. Per via dei conti in rosso era stata sospesa addirittura la distribuzione di bombole di ossigeno.

Il silenzio della stampa e l’omertà di molti medici ha fatto sì che solo adesso la tragedia venga alla luce. In base ai calcoli effettuati dalla Cnn sono 1.414 i decessi dei bambini quest’anno in due soli ospedali pediatrici. Dopo giorni di silenzi e mezze ammissioni, solo ieri il dottor P.K. Singh, direttore del Baba Raghav Das Medical College di Gorakhpur, ha ufficialmente ammesso che i bimbi deceduti per encefalite e per altre patologie nel mese di agosto sono ben 290. «Di questi — ha precisato — 213 sono morti nell’unità di rianimazione del reparto neonatale, e altri 77 in quello riservato agli affetti di encefalite».

Da gennaio, ha poi ricordato, i decessi di bambini, specialmente per encefalite, «da noi sono stati 1.250». I medici affermano di aver chiesto al governo di varare un piano specifico per fermare il diffondersi dell’encefalite in seguito ai monsoni, ma tutto è rimasto sulla carta. Quest’anno le piogge sono state più intense del normale, soprattutto nello stato dell’Uttar Pradesh. Ma c’è di più. La Cnn ha scoperto che nel Mahatma Gandhi Memorial Medical College di Jamshedpur, nello Stato settentrionale di Jarkhand, negli ultimi 90 giorni hanno perso la vita ben 164 bambini, senza che la notizia fosse mai giunta ai media nazionali.

L’inchiesta esterna avviata sui decessi nei reparti pediatrici ha chiarito, al momento, che la corruzione e la cattiva gestione delle strutture non è però l’unica causa della strage dei bambini. In molti casi c’è appunto l’epidemia di encefalite. «Questi bambini muoiono per complicazioni mediche, non per negligenza» dicono i medici. Negli ultimi sette anni questa malattia ha ucciso 4.000 bambini solo nell’Uttar Pradesh, quinto stato indiano per estensione e primo per popolazione. «Se i medici generalisti fossero in grado di diagnosticare l’encefalite prima, questi bambini avrebbero qualche speranza in più».

Gli esperti parlano però di una piaga regionale. Situazioni molto simili si registrerebbero anche in molti ospedali in Bangladesh e in Nepal, per i quali tuttavia i dati ancora non sono disponibili. In questo periodo gli ospedali sono particolarmente affollati e per i medici locali la situazione potrebbe anche peggiorare nei prossimi giorni a causa delle pesanti piogge.

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