Strage di bambini in Siria
Gianna Pontecorboli - lettera22
Il conflitto si insasprisce. L’Onu alza le braccia e parla ormai apertamente di guerra civile. Ma Annan ci prova ancora.
Orrore e senso di impotenza. Questi gli umori del Palazzo di Vetro di fronte alle ultime notizie in arrivo dalla Siria. A turbare le coscienze dei diplomatici che da mesi cercano invano di trovare una soluzione alla crisi siriana e' stata per primo, gia' ieri mattina, il drammatico rapporto della rappresentante speciale del segretario generale per l'infanzia e i conflitti armati, Rachika Coomararaswamy, sulle torture inflitte dal regine ai bambini.
«Non abbiamo mai visto una situazione simile», ha spiegato la rappresentante speciale,«siamo veramente sotto shock. L'uccisione e la mutilazione dei bambini e' qualcosa che abbiamo visto in molti conflitti armati, ma la tortura dei bambini in detenzione, alcuni di non piu' di dieci anni, è veramente qualcosa di straordinario, che non abbiamo mai visto da altre parti». «Molti ex soldati ci hanno parlato di sparatorie nelle zone civili e di bambini, anche piccoli, uccisi e mutilati. Abbiamo testimonianze e abbiamo visto bambini torturati, e che portavano segni di tortura».
Nel loro rapporto, gli investigatori delle Nazioni Unite hanno confermato di aver potuto avvicinare dei bambini che erano stati picchiati, bendati, frustati con i cavi elettrici, bruciati con le sigarette e terrorizzati con le scariche elettriche durante gli interrogatori.
La responsabilita' delle violenze dei minori, hanno pero' anche spiegato gli ispettori, non ricade tuttavia su una sola parte.«Abbiamo udito di bambini usati, messi di fronte ai carri armati e utilizzati come scudi umani per impedire ai carri armati di sparare», ha osservato la rappresentante speciale parlando con i giornalisti.
A farsi interprete del senso d'allarme del Palazzo di vetro, subito dopo, e' stato il capo delle missioni di pace dell'Onu, Herve Ladsous, che ha per la prima volta parlato di «una vera e propria guerra civile» nel paese mediorientale. La descrizione del conflitto come di una guerra civile non e' stata ufficialmente confermata dal portavoce del segretario generale, Martin Nesirky, che pero' non ha negato il «salto qualitativo e l'intensificazione» degli scontri.
La mancanza di un accordo tra i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza e la lentezza con cui Kofi Annan sta mettendo insieme il «gruppo di contatto» per la Siria proposto la settimana scorsa e a cui, malgrado l'opposizione degli Stati Uniti, della Francia e della Gran Bretagna , dovrebbe partecipare anche l'Iran , sta per di piu' mettendo a rischio la sicurezza degli osservatori militari dell'Onu.
In un incidente non ancora del tutto chiarito, alcuni osservatori sono stati assaliti a sassate mentre cercavano di entrare, forse assistiti dai militari fedeli a Assad, a al Haffeh, un villaggio di confine con la Turchia. Le forze d'opposizione al regime, a quanto si e' saputo, stava cercando di aiutare la popolazione locale a passare la frontiera e hanno reagito alla presenza dei soldati.
Fonte: www.lettera22.it
12 Giugno 2012