Siria, ong denuncia ancora un massacro: ventinove morti di cui 19 bambini
Il Fatto Quotidiano
Secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria sono ripresi i combattimenti tra ribelli e forze governative e i bombardamenti vicino a Damasco e nella provincia meridionale di Daraa.
Secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria sono ripresi i combattimenti tra ribelli e forze governative e i bombardamenti a Zamalka e Duma, vicino a Damasco, e nella provincia meridionale di Daraa. La Coalizione nazionale siriana, che riunisce le forze di opposizione ad Assad, non parteciperà per protesta alla riunione prevista a Roma
Sono 29, di cui 19 bambini, i morti in un bombardamento governativo con missili avvenuto ieri su un quartiere di Aleppo, secondo l’ong Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria. Intanto sono ripresi oggi i combattimenti tra ribelli e forze governative e i bombardamenti a Zamalka e Duma, vicino a Damasco, e nella provincia meridionale di Daraa. A Zamalka, riferisce l’Ondus, si registrano “perdite” sia tra i miliziani anti-governativi sia fra le truppe lealiste. Secondo la stessa fonte combattimenti sono in corso anche vicino ad Aleppo nelle vicinanze dell’aeroporto internazionale e dell’aeroporto militare di Nayrab. Ieri, secondo un bilancio stilato dalla stessa ong, i morti in tutto il Paese sono stati 160. Tra quelli identificati, 95 erano civili, 24 ribelli e almeno 37 soldati governativi.
La Coalizione Nazionale Siriana, la principale sigla che unisce le forze di opposizione al regime di Bashar al-Assad, non parteciperà al Gruppo di Alto Livello in programma giovedì a Roma: la decisione, annunciata venerdì’ notte, è stata presa per protesta contro l’inerzia internazionale sui massacri in Siria. A Roma, dove sarà presente il segretario di Stato Usa, John Kerry, alla sua prima uscita internazionale, era atteso il capo della coalizione, Ahmed Moaz al-Khatib. Il cartello delle opposizioni ha spiegato che non parteciperà ai prossimi meeting in Italia, Russia e Usa per protesta contro la “vergognosa” mancata condanna internazionale dei “crimini commessi contro il popolo siriano. Il silenzio internazionale sui crimini commessi ogni giorno contro il nostro popolo equivale all’aver partecipato a due anni di omicidi”, si legge in un comunicato che poi aggiunge: “Riteniamo i leader russi, in particolare, moralmente e politicamente responsabili perché continuano a sostenere il regime di Damasco con le armi”.
Fonte: Il Fatto Quotidiano
23 febbraio 2013