Siria, l’allarme dell’Onu “Sarà un’altra Somalia”
Giordano Stabile
L’inviato delle Nazioni Unite Brahimi avverte: soluzione politica o neanche l’uscita di scena di Assad porterà la pace.
Bashar al Assad sempre più isolato, all’estero e in patria. L’inviato dell’Onu Lakhdar Brahimi sta tentando un’ultima mediazione per una sua uscita di scena «ordinata» ma le chance per il presidente siriano sono oramai al lumicino. Ieri il leader egiziano Mohammad Morsi, uomo forte della regione, è stato categorico: «Non c’è spazio per il regime di Assad nel futuro della Siria, l’Egitto appoggia la rivoluzione».
Un presa di posizione che è quasi una condanna. Ieri Brahimi ha rilanciato l’accordo raggiunto a giugno a Ginevra (con l’appoggio di Qatar e Turchia, maggiori sponsor dei ribelli) che prevede il cessate il fuoco, il rilascio di tutti i prigionieri politici, un governo di transizione. Uscire da questi binari, secondo Brahimi, porterebbe a «una nuova Somalia». Ma gli insorti, e i loro alleati, ora insistono per un’uscita immediata di scena del raiss, forti anche dei loro progressi sul campo. Mosca invece insiste sulla soluzione diplomatica. «Le alternative sono fra un processo politico o l’inferno», ha avvertito il ministro degli Esteri Serghei Lavrov.
Ma per il raiss persino l’opzione fuga o esilio diventa sempre più difficile da praticare. Assad vive in stato d’assedio e non è la sicuro neppure a Damasco. Secondo indiscrezioni raccolte dal New York Times, Assad cambierebbe residenza ogni notte e farebbe controllare il cibo, per timore di un avvelenamento. Nell’ultima settimana ha sospeso ogni apparizione in pubblico, o diretta televisiva. Sono state diffuse solo alcune foto del suo incontro con Brahimi.
Fonte: www.lastampa.it
30 dicembre 2012