Sicurezza sul lavoro: non abbassiamo la guardia. La carovana continua


Roberta Serdoz


Piazza Armerina, partita la carovana. Un minuto di silenzio davanti l’installazione artistica di Enzo Germanà dedicata ai morti sul lavoro.


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Sicurezza sul lavoro: non abbassiamo la guardia. La carovana continua

27 settembre – Ore 10,00: Petrolchimico di Gela, la sala mensa dello stabilimento si trasforma in sala congressi. C’è il sindaco Rosario Crocetta, c’è l’ex ministro del lavoro Cesare Damiano, ci sono imprenditori e sindacalisti ma soprattutto ci sono loro, gli operai, che giorno dopo giorno, instancabilmente lavorano in fabbrica. Sono arrivati in tanti, con le famiglie a testimoniare una presenza considerata troppo spesso invisibile. Il tema dell’incontro è la sicurezza sul lavoro, un cavallo di battaglia per l’Associazione Articolo 21 che l’ha promossa.

Sabato, questi lavoratori siciliani, attraverso le immagini del docu-film realizzato da Mimmo Calopresti, “ La fabbrica dei tedeschi”, hanno rivissuto la tragedia accaduta la notte del 5 dicembre dello scorso anno a Torino: il rogo nella linea 5 delle acciaierie ThyssenKrupp in cui persero la vita 7 operai. Nei prossimi giorni “la carovana per il lavoro sicuro” attraverserà l’Italia da Nord a Sud, facendo tappa nelle città che sono state segnate dalle morti sul lavoro. La scelta simbolica della città di Gela, capitale della lotta per la legalità, ha segnato già una prima vittoria.

Tutte le sigle sindacali si sono unite per dire basta al lavoro nero, basta alle violazioni delle norme di sicurezza nei luoghi di lavoro, basta allo sfruttamento fatto contro ogni regola e utile solamente a chi vuol fare facili guadagni mettendo a rischio la vita delle persone. Il fatto nuovo è che nella Sicilia di quelle imprese che si sono ribellate al racket delle estorsioni, nella Sicilia di quegli imprenditori che hanno avuto il coraggio di denunciare i mafiosi, è nata una coscienza collettiva in grado di scatenare una vera e propria rivoluzione. Legalità qui non vuol dire esclusivamente lotta alla mafia, significa capacità di azioni di contrasto per chi viola le leggi, che ci sono, sulla sicurezza nel lavoro. Il sindaco Crocetta è stato chiaro:”Vogliamo introdurre –ha detto- delle disposizioni che consentono, ad esempio, la revoca delle licenze edilizie ai privati quando il cantiere non risulta essere a norma, perché –ha aggiunto- bisogna finirla con le stragi e fare in modo che lavorare serva a migliorare le qualità di vita e non a toglierla”.

Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno ricordato come le aziende sane hanno orrore della cultura dell'illegalita' e hanno elaborato una proposta di sei punti dove sottolineano: l’esigenza di un comitato di controllo locale per condividere, tra i soggetti di rappresentanza dei datori di lavoro e dei lavoratori, enti locali ed uffici ispettivi, la lotta al lavoro nero ed irregolare ed alle violazioni delle norme di sicurezza e tutela dell’ambiente nei luoghi di lavoro; la revoca delle licenze; la diffusione della cultura della sicurezza nel lavoro attraverso programmi realizzati nelle scuole con ore di lezioni dedicate agli studenti; l’impegno delle O.O.S.S. per attivare l’R.L.S.Territoriale; la richiesta, alla Regione Siciliana, di assunzione di almeno 1000 ispettori del lavoro con lo scopo di aumentare i controlli e la deterrenza nelle aziende; l’attivazione di un numero verde per denunciare le violazioni nei cantieri/posti di lavoro; e infine la sottoscrizione di un Protocollo d’Intesa tra i soggetti promotori dello sviluppo al fine d’impegnare tutte le parti al raggiungimento di questi risultati essenziali per sconfiggere l’indifferenza. Una proposta ambiziosa ma necessaria ad uscire dal buco nero che avvolge le cosiddette “morti bianche”.

"Siamo convinti – affermano Damiano e Giulietti – che quest'alleanza tra mondo del cinema e comunicazioni, imprese e organizzazioni sindacali e' l'unica strada possibile per mettere al centro del dibattito politico il tema del lavoro sicuro". I volti dei lavoratori, le lacrime di chi non ha visto tornare a casa i propri cari devono essere un monito, un’esortazione a non mollare ma anche un messaggio a quei giovani che si affacciano con paura ed incertezza al mondo del lavoro: rispettare e far rispettare le regole può salvare una vita.

Roberta Serdoz
Fonte: www.articolo21.info

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