Seul contro Pyongyang “Ogni contromisura possibile”


Rainews24


Seul annuncia l’adozione di misure punitive nei confronti di Pyongyang, tra cui la sospensione di tutti i programmi di scambio economico e la riduzione al livello minimo degli aiuti umanitari. Presto il caso al Consiglio di Sicurezza dell’Onu.


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Seul contro Pyongyang "Ogni contromisura possibile"

Prenderemo "ogni contromisura diplomatica possibile in cooperazione con i Paesi alleati, vicini e organizzazioni internazionali" rispetto alla "provocazione armata"  dell'affondamento della corvetta Cheonan in cui sono morti quarantasei marinai sudcoreani: "un atto volto a distruggere la pace e una minaccia diretta alla sicurezza e alla stabilità della penisola coreana e dell'Asia". Sono parole del ministro degli Esteri sudcoreano, Yu Myung-hwan, che ha anche annunciato l'adesione di ventuno paesi all'appello di Seul, tra cui Giappone, Usa, Francia, Gran Bretagna, Svezia, Canada e Australia. Sono già stati intorrotti gli scambi commerciali con il Nord, e la questione sarà portata davanti al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Washington
Il presidente statunitense Barack Obama garantisce pronta risposta, in coordinamento con le forze armate sudcoreane, in caso di attacco militare da parte della Corea del Nord, verso la quale ha anche disposto un riesame delle politiche fin qui perseguite dall'amministrazione democratica, "alla luce delle provocazioni e delle sfide al diritto internazionale".

In un comunicato la Casa Bianca ha fatto sapere che "gli Usa appoggiano la richiesta del presidente Lee perche' la Corea del Nord si scusi immediatamente e punisca i responsabili dell'attacco e soprattutto ponga fine al suo comportamento bellicoso e minaccioso". Washington sostiene anche l'approdo della questione davanti al Consiglio di sicurezza dell'Onu.

Il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, in visita a Pechino, ha affermato che gli Stati Uniti stanno "lavorando duramente per evitare un'escalation" e "contenere la situazione altamente precaria" creata da Pyongyang.

Tokio
Il governo giapponese di Yukio Hatoyama si è schierato a favore di nuove sanzioni contro Pyongyang, oltre a quelle che hanno gia' azzerato gli scambi bilaterali e imposto il divieto di attracco nei porti del Sol Levante per le navi nordcoreane.
Tra i due Paesi, oltre ai test nucleari e missilistici, c'è il caso dei rapimenti dei cittadini nipponici fatti da agenti del Nord nel periodo della Guerra Fredda.

Le due Coree ai ferri corti

Da settimane le due Coree sono ai ferri corti dopo il siluramento di una corvetta sudcoreana ad opera della marina del regime comunista di Pyongyang; e giovedì scorso un'equipe di esperti internazionali ha concluso che e' stato un siluro nordcoreano ad affondare la corvetta Cheonan, lo scorso 26 marzo. Il presidente sudcoreano, Lee Myung-bak ha detto che "l'obiettivo della Corea del Nord è fomentare la divisione e il conflitto, e' ora tempo che il regime cambi atteggiamento".
Il presidente ha anche chiesto le scuse immediata alla Corea del Sud e alla "comunità internazionale". Ha tuttavia assicurato che l'obiettivo sudcoreano "non e' uno scontro militare" tra le due Coree, ma la stabilita' e la pace nella penisola. La Corea del Nord non ha risposto immediatamente. Alcune ore dopo il discorso, tuttavia, il ministero degli Esteri ha diffuso un comunicato per dire che il regime ha il diritto di espandere il suo deterrente nucleare.

La crisi in atto mette una seria ipoteca sull'accordo di pace tra le due Coree, siglato nel 2007, che si pensava potesse rappresentare un punto di svolta dopo oltre cinquant'anni di tensione, sin dalla cessazione delle ostilità della Guerra di Corea nel 1953.

La Corea del Nord è attualmente già sottoposta a provvedimenti restrittivi, che si basano su due risoluzioni Onu del 2006 e del 2009, entrambe conseguenza di esperimenti missilistici nell'ambito del programma nucleare nordcoreano.

Fonte: Rai News 24

24 maggio 2010

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