Se in Libia vince il clan


Emanuele Giordana - Lettera22


Realtà o luoghi comuni? Vecchie letture e nuovi occhiali…


CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+
Se in Libia vince il clan

“In perenne lotta per il potere economico e politico e per il controllo delle forze armate, le tribù libiche saranno decisive”. “La società tribale si rivolta contro il rais”. “Alcuni clan sono da decenni in lotta tra di loro per il potere, ma il conflitto fino a questi giorni era rimasto latente”. “Noi non siamo una società basata sui clan tribali, come la Libia”. “La tribù di Gheddafi, i Qadhadfa, è la principale rivale dei Maghariba, di cui è membro Jallud”…e così via. Abbiamo messo assieme qualche titolo e qualche frase presa a caso dagli scritti di questi ultimi mesi sulla Libia. Ne risulta un'immagine vagamente ottocentesca, come nei resoconti dell'Italia coloniale, tra ascari, barattieri, beduini e cammelli. Parole che ritornano e luoghi comuni duri a morire.

Che quella della Libia sia una storia anche di clan è fuor di dubbio. I clan esistono ovunque, anche nel Cremonese o sulle montagne della Calabria. Ma oggi non sono più la trama attraverso cui leggere la storia di un Paese e nemmeno le sue alleanze. Non era vero in Iraq, dove si è recitato per anni il mantra sciiti e sunniti. Non è vero in Afghanistan, dove ridurre il conflitto a un atavico scontro tra pashtun e tagichi non ha ormai più senso, e non è probabilmente vero nemmeno nella Libia moderna, che non è più solo lo scatolone di sabbia di Giolitti.
El Pais di qualche mese fa, quando a Bengasi si consolidava il potere dei “ribelli”, fece un'inchiesta sui clan. Ne risultò che l'appartenenza a questo o quel gruppo aveva un significato identitario forte ma non prevalente. Del resto se “…la tribù di Gheddafi, i Qadhadfa, è la principale rivale dei Maghariba, di cui è membro Jallud…”, come si spiega che Jallud fosse il braccio destro del rais? O lo ha tradito perché è di un clan rivale?

Oggi più che mai la modernità insegna che sono le relazioni economiche a contar di più di quelle famigliari. Alla forza della tradizione si oppone quella del denaro e della reciproca convenienza. Forse converrà dismettere, almeno in parte, gli occhiali del secolo scorso anche se sembrano d'aiuto quando cerchiamo di comprendere quel che facciamo fatica a capire.

Fonte: Lettera22

25 agosto 2011

CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+

Lascia un commento