Scontri? No, è un assalto!


La redazione


Dopo i funerali di Stato alla Muqata di Shireen a Ramallah, Ieri in migliaia hanno partecipato al corteo funebre a Gerusalemme. La polizia israeliana ha caricato il corteo poco dopo la sua partenza, nei pressi dell’ospedale dove si trovava la salma della giornalista.


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Oggi la polizia israeliana ha violentemente privato i palestinesi del diritto di piangere Shireen Abu Akleh, l’iconica e amata giornalista uccisa da un cecchino israeliano due giorni fa.

Che tipo di Stato si sente minacciato dal dolore e dall’orgoglio collettivo di un popolo? Solo uno Stato che opera sulla paura e sulla debolezza, nonostante tutti i suoi armamenti e le sue mura. Solo uno Stato coloniale che deve negare l’esistenza dei nativi per poter esistere. Solo uno Stato sionista che considera l’autodeterminazione palestinese ed ebraica come mutuamente esclusiva e che ha sempre richiesto la soppressione della prima.

Il funerale di Shireen a Gerusalemme è stato storico per dimensioni, spirito e potenza. Ha dato a un popolo che soffre per la perdita di un’icona nazionale – per non parlare della violenza quotidiana della colonizzazione, dell’apartheid e dell’occupazione – l’opportunità di riunirsi ed esprimere orgoglio e unità.

Ma Israele ha visto questa resilienza di fronte al dolore come una minaccia esistenziale da reprimere con la brutalità della polizia. La polizia israeliana ha attaccato i lutti con i manganelli, ha strappato le bandiere palestinesi dalle mani dei lutti, dalla bara e dal carro funebre di Shireen e ha cercato di controllare la folla con la forza. Ma i palestinesi hanno resistito agli attacchi e sono riusciti a impedire alla polizia di raggiungere la bara. Grazie al loro coraggio e alla loro fermezza, il corpo di Shireen – a differenza di quello di tanti altri palestinesi uccisi dalle forze israeliane – rimane nelle mani dei palestinesi.

Contrariamente alla rappresentazione dei media occidentali, non si tratta di “scontri”. Non si tratta di una questione “da entrambe le parti”. Come osano cercare di renderla tale quando tutti vediamo il video della violenza non provocata e tutti sappiamo che Israele mente regolarmente e inventa giustificazioni per sfuggire alla responsabilità dei suoi crimini di guerra?

Riposa in pace e forza, Shireen. Mando amore e solidarietà a tutti coloro che la stanno piangendo.

 

 

 

Fonte: https://www.facebook.com/jewishvoiceforpeace 

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