Routine is fantastic: al via la campagna dell’UNHCR


UNHCR


42.5 milioni di persone non hanno più una routine a causa della guerra. 15 milioni di italiani, stanchi delle loro abitudini, cambierebbero subito vita.


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routine

E’ stata presentata oggi ROUTINE IS FANTASTIC, la nuova campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) ideata pro bono da Young & Rubicam Italia. L’obiettivo è quello di sostenere la scolarizzazione di 172mila bambini  in 12 paesi, tra cui la Siria. Fino al 30 novembre la campagna può essere sostenuta donando al 45506.

La routine quotidiana, ovvero un mix di stabilità e di certezze: per 42.5 milioni di persone si tratta di un sogno che guerra e persecuzioni hanno cancellato. Il 2011 è stato l’anno con il maggior numero di persone costrette a fuggire dalle loro case negli ultimi 12 anni: 4.3 milioni di migranti forzati, 800mila dei quali hanno dovuto abbandonare tutto e attraversare la frontiera del proprio paese diventando rifugiati. E’ gente che ha perso ogni sicurezza e che vive sotto una tenda nella speranza di poter presto ritornare nel proprio paese. Da noi invece la routine, con le sue rassicuranti certezze, continua a essere sottovalutata. Secondo un’indagine realizzata dalla DOXA per UNHCR, ben 15 milioni di italiani preparerebbero le valigie e lascerebbero subito la loro routine perché annoiati e stanchi del tran tran quotidiano. D’altra parte, se il 15% degli intervistati dichiara di essere “decisamente poco soddisfatto della routine e con una grande voglia di cambiare”, il 28% è un po’ annoiato, ma comunque felice di ciò che ha la fortuna di avere.

“Con questa campagna vogliamo proporre un modo diverso di concepire la solidarietà: siamo convinti che rivalutare la propria routine quotidiana e iniziare a considerarla un autentico privilegio sia un primo e fondamentale passo per la comprensione del dramma vissuto da milioni di rifugiati e sfollati nel mondo – afferma Laurens Jolles, Rappresentante Regionale dell’UNHCR per il Sud Europa. E se il primo passo è comprendere il trauma, il secondo non può che essere quello di aiutare queste persone a ritornare alla quotidianità, a cominciare dal rientro a scuola”.

Restituire la routine a 172mila bambini rifugiati in 12 paesi, tra cui la Siria, consentendo loro di frequentare la scuola: è questo l’obiettivo della campagna, a cui è legata una raccolta fondi. Il progetto si propone di colmare le carenze esistenti nei servizi scolastici già avviati espandendone le capacità, fornendo i materiali scolastici necessari, assumendo gli insegnanti e migliorando gli standard qualitativi, in modo da consentire a 172mila bambini di accedere all’educazione primaria nei prossimi 2 anni. Con questo progetto sarà possibile mandare a scuola un bambino rifugiato con 28 euro l’anno.

La Siria è uno dei 12 paesi che beneficeranno del progetto dell’UNHCR. La crisi umanitaria in corso in questo paese ha già costretto oltre 360mila persone ad attraversare il confine in cerca di riparo e sicurezza in Giordania, Libano, Iraq e Turchia. All’interno della Siria si stima poi vi siano due milioni e mezzo di persone
bisognose di assistenza umanitaria. L’UNHCR prevede che entro la fine dell’anno i rifugiati siriani nei paesi confinanti arriveranno a quota 700mila.

“Nel campo di Za’atri, ovvero la struttura dove opera l’UNHCR, ad oggi vivono circa 25mila rifugiati siriani, la maggior parte dei quali donne e bambini che provengono da città come Daraa, Hama e Homs – afferma Laura Boldrini, portavoce dell’UNHCR di ritorno dalla Giordania. “Sono persone della classe media – commercianti, operai,
muratori – abituate a vivere in appartamenti confortevoli, con elettrodomestici, Tv e computer che sono traumatizzate e fanno molta fatica ad adattarsi a un tale drastico e duro cambiamento. Sentono il bisogno di raccontare le atrocità subite durante il conflitto ma hanno paura di esporsi direttamente per timore di rappresaglie verso i loro familiari rimasti in patria”.

EFFETTO CRISI: L’ITALIA INIZIA AD ACCONTENTARSI DI QUELLO CHE HA,
SOGNANDO IL POSTO FISSO
Dal sondaggio realizzato dalla DOXA per UNHCR emerge un’Italia che sta cambiando a causa della crisi. Se è vero che 15 milioni di italiani cambierebbero radicalmente la propria esistenza e fuggirebbero dalla loro routine quotidiana  (soprattutto gli uomini attorno ai 20-29 anni e over 50 single, senza figli e persone che vivono nel Sud e nella Isole), è altrettanto vero che la crisi sta plasmando un’altra Italia, più disincantata e pragmatica. Il rischio di perdere i punti fermi della nostra vita (lavoro, posizione sociale, beni materiali, etc), sta infatti compiendo il miracolo di farci apprezzare quello che abbiamo. Alla domanda “come si sente pensando alla routine della sua vita” 8 italiani su 10 infatti si sentono oggi tutto sommato soddisfatti di avere una vita cadenzata dalle abitudini e dalle certezze. Nello specifico, il 51% apprezza la propria quotidianità, il 28% è un po’ annoiato, “ma comunque felice di ciò che ho la fortuna di avere”.

In questo contesto di incertezza, in cui si va sempre più facendo largo l’idea della mobilità del lavoro, sia al livello nazionale che internazionale, il “posto fisso” è e resta irrinunciabile per l’86% degli italiani.  Solo il 14% vede nell’occupazione fissa un limite alla possibilità di crescita professionale e umana o addirittura una routine della quale si può fare a meno.

L’effetto crisi si fa sentire anche sotto un altro aspetto: a sorpresa, solo il 16% dei 15 milioni di italiani che fuggirebbero dalla loro routine, andrebbero a stendersi “al sole in un’isola tropicale”.  Quasi 7 milioni, infatti, sarebbero disposti anche ad aiutare gli altri, avendo finalmente più tempo a disposizione per farlo. Si tratta soprattutto di donne oltre i 50 anni, con un buon livello d’istruzione, sposate, senza figli e senza una particolare connotazione geografica.

Guardando invece alle azioni quotidiane di routine per antonomasia, emergono alcune significative differenze nelle abitudini degli uomini e delle donne: se per quest’ultime “fare la lavatrice, le pulizie e stirare sale al primo posto (65%), seguito dal farsi la doccia o il bagno (63%) e lavare i piatti (61%), per gli uomini  farsi la doccia o il bagno è al primo posto (63%), seguito dal “guardare la tv sul divano” al secondo (58%). Al terzo, invece, “prendere la macchina o i mezzi pubblici”. Una conferma di quanto la parità dei doveri casalinghi, tra uomo e donna, sia ancora in Italia un obiettivo sociale da raggiungere. Infine, ecco la top ten degli oggetti irrinunciabili: medaglia d’oro per il cellulare (61%), seguito da  quotidiano/libro /rivista (54%), la televisione (51%), la radio/musica (50%), l’orologio (43%), la borsa (40%), i fazzoletti di carta (39%), il computer (37%), il pettine (30%) e i prodotti per l’igiene e la cosmesi (25%).

ROUTINE IS FANTASTIC
Dal 12 al 30 novembre la campagna può essere quindi sostenuta inviando un sms da due euro al 45506 da cellulari TIM, Vodafone,  WIND, 3, PosteMobile, CoopVoce e Nòverca o chiamando da rete fissa TeleTu e TWT, oppure donando 2 o 5 euro chiamando lo stesso numero da rete fissa Telecom Italia, Infostrada e Fastweb. Dopo il 30 novembre sarà possibile sostenere la campagna chiamando il numero verde 800298000 o visitando il sito www.routineisfantastic.it  

La campagna Routine is Fantastic gode del Patrocinio del Segretariato Sociale della RAI.

Si ringraziano Young&Rubicam, le compagnie telefoniche, Briciola.tv, Yes I Am, il Festival Internazionale del Film di Roma, Poste Italiane e Ambito5 per il sostegno alla campagna.

Fonte: UNHCR
12 novembre 2012

 

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