Riccardi: “Servono più risorse e un organismo per rilanciare la cooperazione”


Redattore Sociale


Il ministro a Roma per un convegno. E sui finanziamenti: “Lo 0,12% di risorse disponibili per il 2012 rappresentano un punto di partenza talmente basso che risalire non sarà difficile”. Annunciata una conferenza nazionale per fine maggio.


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Riccardi: “Servono più risorse e un organismo per rilanciare la cooperazione”

Rilanciare la cooperazione internazionale attraverso una serie di interventi a sostegno del settore. “Cercherò di ottenere un decreto ministeriale che stabilisca un organismo interministeriale per la coerenza e il coordinamento di tutte le politiche sulla cooperazione”. Lo ha detto il ministro della Cooperazione internazionale e l’integrazione Andrea Riccardi, intervenendo questa mattina a Roma al convegno “La cooperazione internazionale dell’Italia: una risorsa da valorizzare, modernizzare, rilanciare”.
“Dobbiamo lavorare in sinergia ed è necessaria una visione condivisa, perché dobbiamo avere il coraggio di fare una battaglia culturale per ricreare sinergie operative” ha aggiunto il ministro.
Tra le altre azioni che il ministro Riccardi intende portare avanti, c’è quella di istituire un tavolo interistituzionale che diventi un luogo di coordinamento con l’obiettivo “di alzare il livello politico della partecipazione”. Al tavolo potranno partecipare anche soggetti privati della cooperazione come gli imprenditori migranti e le associazioni di commercio equo.

“Dobbiamo incoraggiare una dimensione più operativa – ha continuato Riccardi -. E’ mia volontà incidere presso la Commissione europea in cui si concentra il 70% dell’aiuto pubblico. E’ necessario trasferire risorse ma anche trasferire idee”.
Il ministro ha affrontato anche il tema del finanziamento alla cooperazione, sottolineando che lo 0,12% di risorse disponibili per il 2012 rappresentano un “punto di partenza talmente basso che risalire non sarà difficile”. E ha espresso l’intenzione di portare avanti un Piano di riallineamento per agire su questa “modica quantità” come prova evidente del rilancio della qualità politica in questo settore.

Riccardi ha poi aggiunto che si stanno valutando anche nuovi canali di finanziamento, come il prelievo di solidarietà. “Non c’è solo il problema delle risorse future, ma anche della salvaguardia di quelle presenti, su cui stiamo vigilando perché sono molto, molto preoccupato”. Il riferimento è a un decreto ”svuotacarceri” in cerca di fondi e alla decisione del ministero degli Esteri di prendere 7 milioni di euro, a copertura delle proprie spese, dal bilancio della Cooperazione invece di “spalmarlo in tutte le direzioni’.
”Nessun tavolo di consultazione, nessun investimento di risorse pubbliche potrà rilanciare la cooperazione se manca il coinvolgimento e l’interesse dell’opinione pubblica – ha aggiunto -. Dobbiamo rinnovare il modo di comunicare e favorire la disponibilità dei cittadini a coinvolgerci”.
Il ministro ha anche sottolineato l’intenzione di appoggiare il servizio civile volontario, che è “segnato da un destino di decadenza per mancanza di fondi”.
”E’ necessaria un’assise nazionale che riconfermi la centralità della cooperazione allo sviluppo, la cittadinanza piena della cooperazione nelle scelte politiche e nel sentire nazionale. Sto pensando a una conferenza nazionale da collocare sul finire di maggio, in cui coinvolgere gli attori della cooperazione nazionale e internazionale”.

Il ministro ha anche parlato dell’importanza dell’arrivo della legge di riforma della cooperazione in Senato. “Non possiamo rassegnarci ai limiti del nostro agire. Sono convinto che la cooperazione internazionale allo sviluppo sia un elemento qualificante delle relazioni internazionali senza cui si degrada in un tecnicismo asfittico e inefficace. La cooperazione è un fatto di credibilità internazionale, di poderosa solidarietà, ma è anche uno strumento che l’Italia possiede per incidere sulle dinamiche della globalizzazione – ha aggiunto il ministro -. Un paese che coopera è un paese che crescerà. La caduta della cooperazione è il sintomo del malessere italiano che ha accompagnato gli ultimi 15 anni”

Fonte: www.redattoresociale.it
1 Marzo 2012

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