Rai: parlano di tagli e poi si danno gratifiche milionarie


Articolo 21


Giuseppe Giulietti: “Non si tratta solo dell’ennesima aggressione al pluralismo politico ma anche di un vero e proprio assalto alle casse della Rai dissanguate da una politica di spese folli”.


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Rai: parlano di tagli e poi si danno gratifiche milionarie

"Non contenti dei disastri sin qui combinati alla Rai gli imbavagliatori hanno ora intenzione di procedere ad un nuovo giro di nomine e di porre fine all'attuale esperienza di Rainews ponendo così sotto controllo tutte le principali testate giornalistiche della Rai. Si tratta di un altro modo, e non meno insidioso, per mettere il bavaglio ai giornalisti che non piacciono e per oscurare l'opinione pubblica". Lo afferma il portavoce di Articolo21 Giuseppe Giulietti. "Non si tratta solo dell'ennesima aggressione al pluralismo politico ma anche di un vero e proprio assalto alle casse della Rai dissanguate da una politica di spese folli, di duplicazioni degli incarichi, di direttori a disposizione, assunzioni dall'esterno e di distribuzione di regali ad personam".

"Per queste ragioni – prosegue Giulietti – abbiamo deciso di pubblicare un'impressionante testimonianza che ci è arrivata da una dirigente del servizio pubblico, uno di quelli che ha dedicato la sua vita alla Rai e che tra l'altro scrive: "…E’ tempo di “golpe” d’agosto in Rai:  nell’ultimo anno, i soli direttori giornalistici si sono guadagnati aumenti di stipendio per quasi 800 mila euro. A tradurre grossolanamente, l’equivalente del salario di 120 operai, o di 100 impiegati o di 50 praticanti giornalisti? 800 mila euro sempre moltiplicati da qui all’eternità del loro permanere in azienda. Esistono i direttorissimi ed i direttori semplici. Signore e signori con 2, persino 3 aumenti di merito in 12 mesi, a colpi di 30, 40, 50 mila euro a volta… Ma restiamo ai Top. Questa volta i dirigenti non giornalistici. Niente nomi, ovviamente, e cifre in approssimazione per difetto. Vertici che si contano sulle dita di una mano si sono spartiti 600, 650 mila euro di aumento, soldi in più sui già moltissimi che guadagnavano. Costo aziendale, azzardiamo, quasi un milione. Uno più uno meno, nel buco Rai: al massimo, per rimediare, chiudi qualche piccola rubrica culturale regionale, togli i vestiti ai costumisti e tosi i parrucchieri nei teatri di posa. Aumenti – conclude la lettera inviata ad Articolo21 – oltre ad eventuali gratifiche, dai 20 ai 50 mila euro ogni volta e, per alcuni, tre volte in un anno…".

"Non è piu possibile continuare a chiudere gli occhi", commenta Giulietti. "Per questo oltre a pubblicare la lettera integrale sul sito di Articolo21 la invieremo al presidente della Commissione di vigilanza, alle autorità di garanzia, al presidente della Rai e alla Corte dei conti affinchè ne traggano le conseguenze e si ponga fine a questo andazzo".

Fonte: Articolo21

27 luglio 2010

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