Rai, Libano in tv: "Bene. Continuiamo su questa strada"


La redazione


Flavio Lotti e Grazia Bellini, coordinatori nazionali della Tavola della pace, commentano la trasmissione dal Libano “W L’Italia diretta” condotta da Riccardo Iacona: “Un buon lavoro”.


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Ci uniamo al Presidente della Repubblica per esprimere i nostri più sentiti complimenti per la trasmissione “W L’Italiadiretta” realizzata martedì 28 agosto in diretta dal Libano. Al direttore generale della Rai Claudio Cappon, al direttore di Rai 3 Paolo Ruffini, a Riccardo Iacona che ha condotto la trasmissione e a tutti i suoi collaboratori va il nostro ringraziamento per aver offerto agli italiani una pagina importante del servizio pubblico che amiamo e che vorremmo vedere tutti i giorni.

Per la prima volta -in assenza di una crisi o di una emergenza da prima pagina- abbiamo assistito ad una trasmissione, in diretta, in prima serata, da una delle aree più calde del mondo. E non è stata una trasmissione qualsiasi. E’ stata una bella trasmissione, gestita magistralmente da Riccardo Iacona, su un tema molto difficile, da un luogo molto difficile, in condizioni ambientali molto difficili.

Poteva essere l’ennesima azione di propaganda delle Forze Armate e non lo è stata. Poteva essere un racconto parziale e superficiale e invece Riccardo Icona è riuscito a far emergere molti di quei fondamentali dettagli senza dei quali è impossibile comprendere la realtà e la sua complessità.

Per la prima volta abbiamo sentito descrivere – come si deve – una vera missione di pace dell’Onu. Quella stessa missione di pace che abbiamo auspicato durante i 33 giorni di guerra dell’anno scorso convocando anche una manifestazione ad Assisi il 26 agosto 2006.

Per la prima volta un milione e quattrocentomila italiani hanno capito cosa stanno facendo l’Onu e il nostro paese in Libano da un anno a questa parte. Per la prima volta è stata fatta una chiara distinzione tra una missione di pace dell’Onu e la guerra che altri eserciti stanno disastrosamente continuando a combattere in Iraq e in altre parti del mondo.

Ci saremmo aspettati solo un po’ di attenzione in più a quello che anche la società civile e gli enti locali italiani stanno facendo nella stessa zona, a quello che resta da fare, a quel di più che un’ampia e organizzata componente civile potrebbe utilmente aggiungere se solo venisse riconosciuta e promossa, a quel lavoro che la politica non ha ancora fatto per trasformare la tregua in pace.

Anche per questo chiediamo alla Rai di continuare su questa strada, di trasformare questa “Prima volta” in un programma settimanale permanente di prima serata, di alta qualità. Un programma di alta qualità e di grande approfondimento sui temi più scottanti del mondo, della pace, della giustizia e dei diritti umani: una trasmissione per conoscere le sfide che ci coinvolgono e discutere le possibili soluzioni con tutti i soggetti coinvolti.

Chiediamo che la Rai garantisca davvero il pluralismo, com’è prescritto anche nel nuovo Contratto di Servizio, aprendo le sue porte non solo ai politici, ai militari e ai cosiddetti “esperti”, ma anche ai costruttori di pace, alle organizzazioni della società civile e agli Enti Locali che tutti i giorni sono impegnati con grande competenza e generosità per la pace, la giustizia e la democrazia internazionale.

La prossima occasione è già iscritta sul calendario. Dal 1 al 7 ottobre quando si svolgeranno la settimana della pace e la Marcia Perugia-Assisi per i diritti umani vorremmo un servizio pubblico attento, aperto, preparato, capace di dare voce alla pace e a chi prova a costruirla. Aiuterebbe l’Italia e gli italiani ad affrontare meglio un tempo che resta molto difficile.

Flavio Lotti e Grazia Bellini
Coordinatori nazionali della Tavola della pace

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