Prosegue l’assistenza ai rifugiati in Uzbekistan mentre resta alta la tensione in Kyrgyzstan
UNHCR
Entro questa settimana dovrebbe essere diramato un appello urgente per aiutare i rifugiati in Uzbekistan. La scarsa sicurezza in Kyrgyzstan continua a ostacolare la distribuzione e le operazioni di valutazione dei bisogni.
Durante il weekend è stata avviata in Uzbekistan la distribuzione di aiuti dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) a parte dei 100mila rifugiati che si stima siano arrivati dal Kyrgyzstan. Le operazioni di assistenza umanitaria stanno avvenendo in collaborazione con le autorità uzbeche ed i team di emergenza dell’agenzia si trovano nell’area di Andijan già da venerdì scorso per visitare i siti ed effettuare valutazioni.
Le 240 tonnellate di aiuti già arrivati in Uzbekistan comprendono tende, teli di plastica, coperte e altri beni di prima necessità. Secondo le autorità uzbeche ci sarebbero attualmente lungo il confine oltre 50 siti che ospitano rifugiati. Il governo sta fornendo cure mediche e pasti ai rifugiati. La maggior parte di loro sono donne, bambini e anziani.
I rifugiati riferiscono che molti di loro sono stati costretti a separarsi dal resto della famiglia durante la fuga dal Kyrgyzstan meridionale. Una donna anziana ha riferito all’UNHCR che stava facendo ritorno a Osh per cercare sua figlia e il suo nipotino neonato che, nella fretta della fuga, erano rimasti indietro, nel seminterrato di un edificio. Molti altri rifugiati raccontano storie simili.
Entro questa settimana dovrebbe essere diramato un appello urgente per aiutare i rifugiati in Uzbekistan.
In generale la situazione nel Kyrgyzstan meridionale rimane tesa. Le autorità hanno iniziato a rimuovere le barricate a Osh, l’UNHCR ha ristabilito la sua presenza in città all’interno del presidio Nazioni Unite in aeroporto, mentre i partner non governativi stanno verificando le necessità e organizzando l’assistenza. La scarsa sicurezza, tuttavia, continua a ostacolare la distribuzione e le operazioni di valutazione dei bisogni.
A Jalal-Abad la situazione resta tesa. Proprio ieri l’UNHCR ha aperto un suo ufficio nella città e alcuni team sono sul campo per verificare il numero di sfollati, per visitare le aree di massima concentrazione e per accertare le loro necessità. Il traffico in città è scarso e c’è pochissima gente per le strade. In alcune aree una casa ogni due è stata distrutta.
I primi voli umanitari dell’UNHCR hanno raggiunto Osh domenica e lunedì con 80 tonnellate di aiuti. Le stime dell’UNHCR a questo punto contano circa 300mila sfollati all’interno del Kyrgyzstan, 40mila dei quali hanno urgente necessità di un riparo. Le autorità stimano che circa 9mila persone siano tornate nelle loro case dall’Uzbekistan e da altre zone del Kyrgyzstan stesso.
Fonte: UNHCR
22 giugno 2010