Primo marzo, migranti in “sciopero” nelle piazze italiane. Anche il Sud ci sarà


Redattore Sociale


L’appuntamento per i siciliani è a Cassibile (Siracusa), luogo simbolo del caporalato. A Napoli corteo diretto a piazza del Plebisicito. A Oristano coinvolte le scuole. Aderiscono anche i comuni di Riace e Caulonia.


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Primo marzo, migranti in "sciopero" nelle piazze italiane. Anche il Sud ci sarà

MILANO – Il Sud ci sarà, per dimostrare ancora una volta che il meridione non è solo Rosarno (RC) o Castelvolturno (CE), ma esistono tante esperienze di solidarietà e di lotta allo sfruttamento dei lavoratori stranieri. Il primo marzo, Giornata di "sciopero" dei migranti, l'appuntamento per i siciliani, Siracusa e Catania in testa, è nella cittadina di Cassibile (SR), luogo simbolo del caporalato e meta ogni anno di un vero e proprio pellegrinaggio di lavoratori stranieri, impiegati nella raccolta delle patate. Circa 800 persone, da aprile a giugno. “Molti arrivano da Rosarno, si tratta di una vera e propria transumanza che coinvolge tutte le regioni del Sud -spiega Alfonso Di Stefano della Rete Antirazzista, mentre fa volantinaggio davanti alla mosche di Siracusa, e aggiunge: “Sono 2000 i lavoratori senza diritti e senza nome che inseguono i prodotti della terra: lattuga, pomodori, patate, fragole per finire con la vendemmia”.

Il ritrovo è alle 6 del mattino, in via Nazionale, di fronte alla scuole elementari, dove ogni giorno i caporali reclutano braccia per i campi. “Partiremo con una carovana  di auto e gli auto-parlanti per denunciare che il lavoro nero è un crimine -prosegue Alfonso Di Stefano-, e ricordarlo alla popolazione locale, spesso diffidente verso chi si oppone allo sfruttamento”. Il corteo si sposterà poi a Siracusa, dove alle ore 9 partirà la manifestazione degli studenti che si concluderà con il pranzo della solidarietà.  Nel pomeriggio, alle ore 17, tutti invitati a Catania per il presidio in piazza  Stesicoro. “Un quartiere sotto assedio, in cui si respira il crescente conflitto tra i venditori ambulanti e le forze dell'ordine” conclude Di Stefano. E con i venditori, soprattutto senegalesi, alle 18 si marcerà fino alla Prefettura di Catania e lì sono in programma musica, performance e una cena etnica.

Napoli e la Campania – Anche sotto il Vesuvio associazioni e lavoratori immigrati si muovono. Dopo una settimana di assemblee sindacali e sensibilizzazione nelle piazze e nelle scuole della Campania, da Ischia ad Avellino, passando per Castelvolturno, il comitato  Primo marzo di Napoli si dà appuntamento lunedì alle ore 11 in piazza Garibaldi,  di fronte alla Stazione centrale. “In questo modo permettiamo a chi arriva da tutta la regione di partecipare con noi” spiega Mario Figoni, medico, tra i promotori dell'iniziativa. Da lì si attraverserà al città fino a piazza del Plebiscito. A fare da apripista le bandiere gialle, simbolo della giornata, dietro tutte le altre. “Abbiamo mobilitato grazie al passaparola tante realtà -commenta Mario Figoni-: associazioni anti-razziste, partiti, semplici cittadini. Ognuno potrà portare  il proprio simbolo, ad unirci sarà la testa del corteo: gialla”. E a chi si lamenta per la scarsa adesioni di migranti, Mario Figoni risponde con un sorriso: “A Napoli vedrete ghanesi, persone provenienti da Costa d'Avorio e Burkina Faso. Noi 'facce bianche' siamo stati il motore d'avvio, ora la manifestazione è in mano loro”.  
Oristano e la Sardegna – Un'isola che ben si ricorda la propria storia: di immigrazione. La Sardegna si presenta così all'appello del Primo Marzo, coinvolgendo le scuole superiori in una giornata di forte impegno culturale: si leggeranno le testimonianze dei lavoratori di Rosarno (Rc) e si assisterà alla proiezione di film e documentari, con un solo obiettivo: “Ricordare che anche noi sardi siamo emigrati per cercare lavoro: in America, in Belgio, in Argentina e Austarlia”, ricorda Paolo Sau, docente, nel comitato di Oristano.
Dopo la liberazione dei palloncini gialli alle 17,30 in piazza Eleonora, ci si sposta  al Centro di servizi culturali, in via Carpaccio, per la proiezioni di audiovisivi che ripercorrono la storia della migrazione italiana dal 1917 al 1950. Per terminare ai giorni nostri con uno spettacolo della compagnia Hanife Anateatrojazz: “1+1- che odore può avere un disegno?” che porta in scena la vicenda di un barcone della speranza, recuperato al largo dell'oceano Atlantico con 11 cadaveri a bordo. “Un modo per rievocare l'immaginario di quanti partono per questo viaggio verso l'ignoto -dice Paolo Sau- che anche ha portato 2400 stranieri a vivere a Oristano e nella nostra provincia”.

Riace e la Calabria. Anche i comuni di Caulonia e Riace aderiscono al Primo Marzo. L'hanno comunicato con una nota pubblicata sul sito dell'organizzazione dell'evento. E si dimostrano ancora una volta paesi di accoglienza. “Diamo ospitalità ai migranti a prescindere da qualsiasi permesso di soggiorno ma in quanto appartenenti alla comunità umana -si legge nel comunicato-. La nostra adesione nasce dal desiderio di rendere visibili gli invisibili e gridare che anche noi ci sentiamo stranieri. Stranieri non tanto dal punto di vista anagrafico, ma perché estranei al clima di razzismo che avvelena l'Italia del presente”.

Fonte: Redattore Sociale

26 febbraio 2010

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