Presidenziali: tensioni, esclusi eccellenti e colpi di scena


Misna


Scontri, vittime, coprifuoco: le immagini che giungono in questi giorni da Abasseya, al Cairo, hanno riportato alla memoria i momenti più cupi della contestazione al regime di Mubarak, quando cariche della polizia e arresti arbitrari erano all’ordine del giorno.


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Presidenziali: tensioni, esclusi eccellenti e colpi di scena

Le tensioni per le strade e nelle piazze della capitale sono specchio di un sistema politico in stallo in cui parlamento e governo sono alla resa finale dei conti. Lo scontro tra le due istituzioni, una nominata dal popolo e l’altra espressione della giunta militare, rispecchia un più ampio conflitto tra le forze in campo per la guida del nuovo Egitto.

Ad appena tre settimane dal voto per le presidenziali che consegneranno al paese un leader con cui imboccare il cammino per la democrazia, il clima è incandescente. La ‘road-map’ della transizione in corso da aprile 2011 posava su tre cardini: una lunga tornata elettorale, svoltasi tra novembre e gennaio, la stesura di una carta costituzionale, attualmente bloccata, e l’elezione di un nuovo presidente. Un percorso a tappe forzate frenato proprio nella fase più delicata, quella per la creazione di una Assemblea Costituente, sospesa dalla magistratura perché con una rappresentanza quasi esclusiva dei movimenti islamisti.

Un inciampo dai risvolti tutt’altro che secondari visto che costringe all’elezione di un nuovo capo dello Stato senza una Carta fondamentale che ne definisca i poteri né la natura del sistema politiconi cui il presidente dovrebbe operare. Se i movimenti salafiti e i Fratelli musulmani spingono per un modello di Repubblica parlamentare, in cui di fatto controllerebbero l’istituzione di maggior peso, diversi partiti puntano ad un sistema semipresidenziale mentre altri non si sono ancora espressi alimentando la confusione.

Come se non bastasse, nelle scorse settimane l’eliminazione da parte della Commissione elettorale di personaggi come Abu Ismail o Khairat al Shater – aspiranti candidati tra i più illustri – ha scompigliato le carte lasciando vaste fasce di elettorato nell’incertezza. Se Hazem Abu Ismail è stato eliminato perché sua madre avrebbe un doppio passaporto, americano ed egiziano, il numero due dei Fratelli Musulmani e ricchissimo industriale del settore tessile Al Shater, è stato ufficialmente squalificato per essere uscito di prigione solo nel marzo 2011, mentre la legge stabilisce che l’eventuale candidato debba essere libero da non meno di sei anni.

Anche l’ex capo dei servizi segreti Omar Suleiman, vera ‘eminenza grigia’ del regime di Hosni Mubarak, è stato cancellato dalle liste perché delle 30.000 firme presentate a sostegno della sua candidatura, 31 sarebbero risultate irregolari. Provvedimenti, come sottolinea la stampa, che non mancano di ironia come nel caso di Suleiman, la cui corsa è stata stroncata da una regola da lui stesso introdotta all’epoca dell’ex Raìs per rendere quasi impossibile qualunque candidatura ‘ostile’. Allo stesso modo, Abu Ismail è stato fermato da una norma che proprio gli islamisti radicali avevano preteso per scoraggiare “ingerenze occidentali” nel processo elettorale.

In un palio a ranghi ridotti, tra i ‘papabili’ all’elezione figurano ancora Mohamed Morsi, candidato integralista dei Fratelli Musulmani ma che non sembra riuscire a rastrellare consensi oltre il suo cortile e Amr Moussa, diplomatico di lungo corso ed ex Segretario della Lega Araba favorito dalle elite intellettuali, ma lontano dai cuori delle masse egiziane.

Assenti del tutto o quasi dal quadro politico, i gruppi laici e giovanili, in prima fila nella rivolta di piazza Tahrir e i cristiani copti, circa il 10% della popolazione dell’Egitto. Le loro preferenze – sostengono i bene informati – andrebbero al più trasversale dei candidati ancora in lizza, l’indipendente Abdel Moneim Aboul Fotouh ex dirigente dei Fratelli Musulmani e l’unico nei vertici della Confraternita a sostenere sin dall’inizio il movimento di protesta anti-Mubarak. È da questo candidato ‘outsider’, medico e islamista moderato che potrebbe arrivare il colpo di scena delle prossime presidenziali.

Fonte: www.misna.it
7 Maggio 2012

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