Povertà educativa, Save The Children lancia l’allarme scuola


Lettera43


Le Regioni del Sud Italia sono strette nella morsa della «povertà educativa», cioè la scarsità di offerta di servizi e occasioni di crescita per bambini e adolescenti. Ma anche al Nord la sitazione rimane al di sotto degli standard europei.


CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+
11449-1

Pochissimi asili nido, libri e arte non pervenuti e sport insufficiente. In compenso è alto il tasso di dispersione scolastica.
Le Regioni del Sud Italia sono strette nella morsa della «povertà educativa», cioè la scarsità di offerta di servizi e occasioni di crescita per bambini e adolescenti. Ma anche al Nord la sitazione rimane al di sotto degli standard europei. A lanciare l’allarme è stata l’associazione Save the Children.
POCO SPORT E LIBRI. Nel primo rapporto ‘La Lampada di Aladino – L’Indice per misurare le povertà educative e illuminare il futuro dei bambini in Italia’, sono stati mostrati numeri allarmanti. Sarebbero insufficienti non solo gli asili nido, solo per il 2,5% dei bambini in Calabria, ma anche le scuole a tempo pieno (garantito solo nel 6,5% delle scuole primarie della Campania). Meno di un terzo dei minori fa sport e i libri e l’arte occupano il tempo libero di pochi: appena il 16% dei minori campani ha visitato un monumento nell’ultimo anno, e ancora meno i ragazzi in Calabria, il 12%.
POCHE OPPORTUNITÀ. L’associazione ha spiegato il concetto di povertà educativa con la mancanza di opportunità. Questa si somma e alimenta la povertà economica che colpisce già un un milione di minori in tutta Italia.
La situazione è più grave e diffusa si riscontra al Sud, ma perfino Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Emilia Romagna, le regioni italiane più ‘ricche’ di servizi e opportunità educative per bambini e adolescenti, non reggono il confronto con l’Europa. Nessuna regione italiana è in linea con alcuni obiettivi europei quali, per esempio, la copertura degli asili nido che dovrebbe essere del 33% (nella fascia di età 0-2 anni), ma arriva a stento al 26,5% in Emilia Romagna.
E la dispersione scolastica, che ha numeri altissimi in Campania e Sicilia (22 e 25,8%), arriva anche in Valle d’Aosta al 19%  mentre l’Ue ha posto come obiettivo il 10% al 2020.

Fonte: www.lettera43.it

12 Maggio 2014

CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+

Lascia un commento