"Porre fine all’assedio" è il grido lanciato dalla campagna palestinese e internazionale per la fine dei conflitti a Gaza


La redazione


Personalità della società civile palestinese, hanno promosso insieme ad Eyad El- Sarraj del Centro per la salute mentale di Gaza un appello al mondo per cessare l’assedio e il blocco di Gaza. Lanciano una campagna molto articolata e che richiede anche da parte nostra un piano organizzativo.


CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+
"Porre fine all'assedio" è il grido lanciato dalla campagna palestinese e internazionale per la fine dei conflitti a Gaza

Il 25 ottobre scorso, un paziente palestinese è morto al valico di Erez mentre aspettava di avere il permesso di attraversarlo per arrivare ad un ospedale israeliano.
Una settimana fa, una donna è morta nell'ospedale di Gaza con il suo bambino appena nato, mentre era in attesa del permesso di trasferimento in Israele per cure mediche.

Queste non sono le prime vittime e non saranno certamente neanche le ultime se l'attuale situazione continuerà a prevalere.

La scorsa settimana, le sale operatorie dell'ospedale principale di Gaza erano chiuse a causa della mancanza di gas medici, che le autorità israeliane non consentono di importare. Oggi Israele dà licenza a soli 12 articoli di bisogni basici, su oltre 9.000 merci. Dal sapone al caffé, dall'acqua alle bevande analcoliche, dal carburante al gas, dai computer ai pezzi di ricambio, dal cemento alle materie prime per l'industria, ognuna di queste e centinaia di altre merci non hanno oggi il permesso di entrare a Gaza.

Il governo israeliano ha dichiarato Gaza un'entità ostile e ha rivelato le sue intenzioni di intensificare ulteriormente la punizione collettiva tagliando l'energia elettrica e il carburante. Anche le banche in Israele stanno minacciando di tagliare fuori da qualsiasi cooperazione finanziaria le banche palestinesi di Gaza.

In seguito a tutto ciò, abbiamo aderito all'iniziativa del Programma di Salute Mentale della Comunità di Gaza per lanciare la campagna palestinese e internazionale per rompere l'assedio di Gaza, un assedio che è stato intensificato ultimamente dal duro embargo alla Striscia di Gaza a partire dal giugno 2007.

Lo scopo di questa campagna umanitaria e "non di parte" è di fare pressioni sul Governo Israeliano al fine di abolire l'assedio imposto alla popolazione di Gaza. Accrescendo la consapevolezza della Comunità Internazionale sul deteriorarsi delle condizioni di vita causate dall'assedio, vogliamo mobilitare gli sforzi di varie organizzazioni della comunità internazionale e dei governi per fermare il boicottaggio di Gaza. Chiediamo l'applicazione della recente risoluzione del Parlamento Europeo che chiedeva al Governo israeliano di porre fine all'assedio.

E' importante dichiarare che "la Fine dell'Assedio" è una campagna "non di parte", iniziata e gestita da rappresentanti della società civile, comunità di imprenditori, intellettuali, accademici, donne attiviste, in difesa dei diritti umani e della pace dalla Cisgiordania e da Gaza. Siamo tutti guidati dal nostro impegno per la pace e dal nostro rispetto della dignità umana.

Crediamo che sia un dovere morale ed etico di salvare le vite di esseri umani le cui dure condizioni di vita distruggono il loro diritto all'esistenza. La popolazione di Gaza è privata delle più basilari necessità per una vita decente. Siamo determinati a muoverci mano nella mano, fianco a fianco con tutte le persone che credono nella libertà, nella dignità umana e nella pace.

Abbiamo bisogno del sostegno di tutte quelle persone che credono nella giustizia ovunque nel mondo, per contribuire al successo di questa campagna. Chiediamo anche ai Palestinesi, sia a Gaza, in Cisgiordania, all'interno della linea verde o in qualunque altro luogo della diaspora di sostenere i nostri sforzi e unirsi alle nostre azioni. Si tratta di una richiesta sincera per salvare la gente, non i governi o i partiti politici. E' tempo di mettere da parte ogni conflitto di parte e di unire il popolo nel perseguimento di libertà, giustizia e pace. In particolare ci rivolgiamo agli ebrei perché il loro passato di traumi, discriminazione e sofferenza dovrebbe portarli ad alzarsi oggi contro la sofferenza degli altri.

Per contatti e adesioni: end.gaza.siege@gmail.com

scarica l’allegato

CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+

Lascia un commento