Politici bipartisan a favore del Premio Nobel alle donne africane


Redattore Sociale


La campagna internazionale Noppaw entra nel vivo, ed è promossa da “Solidarietà e cooperazione – Cipsi” e “Chiama l’Africa” e sostenuta dal Parlamento.


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Politici bipartisan a favore del Premio Nobel alle donne africane

ROMA – Entra nel vivo la campagna internazionale "Noppaw" (Nobel peace prize for african women), per l'attribuzione del Premio Nobel per la pace 2011 alle donne africane nel loro insieme, promossa da  “Solidarietà e cooperazione – Cipsi” (coordinamento di 45 associazioni di solidarietà e cooperazione internazionale) e “Chiama l’Africa”. Lo fa chiamando in causa i politici italiani, che oggi alla Sala del mappamondo della Camera dei deputati hanno presentato l’impegno del Parlamento italiano per l’assegnazione del prestigioso riconoscimento.
 
“L'Africa cammina con i piedi delle donne”, recita l'appello, illustrato da Rosa Villecco Calipari e Maria Pia Garavaglia (Partito Democratico), Enrico Pianetta e Giampaolo Bettamio (Popolo Delle Libertà), che hanno ricordato l'importanza di raccogliere entro un anno almeno 2 milioni di firme da inviare al comitato che attribuisce il Nobel, perché possa essere consegnato per la prima volta nella sua storia non a una singola personalità, ma a un “soggetto collettivo”.
 
“Si tratta di un cammino ancora lungo, che avrà delle tappe e che vede in prima linea diversi enti locali”, ha sottolineato la giornalista Carmen Lasorella, direttore di San Marino Rtv, annunciando anche il coinvolgimento del Parlamento europeo nella campagna, ideata dai promotori dopo un convegno svoltosi a Dakar, capitale del Senegal, nel dicembre 2008. Patrizia Sentinelli, ex viceministro degli Esteri, ha riferito che “diversi enti locali stanno facendo approvare mozioni a favore della campagna, un'iniziativa che non è di chi l'ha promossa ma di chi la sostiene e contribuisce a farla crescere”.

Tra gli onorevoli che hanno aderito all'iniziativa, il leader del Pd Pierluigi Bersani e l'ex presidente della Camera Fausto Bertinotti, che ha rilevato come “in questo mondo ci sia bisogno di risarcimenti simbolici e di ricordi che possano far presagire un futuro diverso; quindi un riconoscimento alle donne africane, ai loro piedi in particolare, è importante: nella simbologia i piedi indicano il mettersi in cammino, perseguire una meta anche con dolore e sofferenza, riposando al pensiero di aver fatto qualcosa per l'altro. E le donne africane calcano la scena di questa terra con dignità”.

E del “cammino” delle africane ha parlato anche Guido Barbera, presidente di Solidarietà e ooperazione – Cipsi, ricordando i chilometri percorsi dalle madri per andare a prendere l'acqua ai pozzi, intorno ai quali si crea aggregazione e si cementano relazioni nella condivisione di problemi e fatiche. Ma l'Africa ha in sé risorse umane e valori positivi da comunicare: “Occorre superare una narrazione vecchia e stereotipata  sul continente africano, parole trite e fotografie sbiadite che non riescono a raccontare le novità dell'Africa”, ha osservato Jean-Léonard Touadi, politico e giornalista, originario della Repubblica democratica del Congo, convinto invece che la campagna Noppaw rappresenti “un'occasione per vedere le donne africani in piedi e una radiografia profonda della terra africana, luoghi reali dove donne e uomini hanno inventato relazioni e attività, lottano per i loro diritti. Bisogna abbandonare lo sguardo neocolonialista per vedere un'Africa informale, che ha permesso di resistere alla globalizzazione e al neocolonialismo”.

Alla conferenza stampa hanno portato la loro testimonianza anche alcune donne africane che da tempo vivono in Italia: la congolese Muanji Pauline Kashale, presidente della fondazione Fondarc, fondazione che a Kinshasa promuove la partecipazione femminile e offre diversi servizi e assistenza alle donne; poi la capoverdiana Angela Spencer, presidente dell’associazione Donne capoverdiane in Italia (Omvci), fondata nel 1988 per favorire l’integrazione e l’inserimento dei giovani di seconda generazione; la camerunense Marguerite Lottin, trapiantata nel nostro paese da oltre 20 anni: giornalista, è membro della Consulta cittadina per le Comunità straniere del comune di Roma e presidente dell’associazione interculturale Griot.

Fonte: Redattore Sociale

9 marzo 2010

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