Pigliaru: la Sardegna non sia terra di bombe
La redazione
Il Presidente della Regione Sardegna interviene sull’ampliamento della fabbrica di armamenti di Domusnovas nel Sulcis chiedendo il rispetto delle risoluzioni Ue e della Carta Costituzionale Italiana.
Sull’ampliamento della fabbrica di armamenti di Domusnovas, nel Sulcis, interviene in modo duro il presidente della Regione, Francesco Pigliaru.
In una nota istituzionale chiede che il governo italiano attui le risoluzioni del Parlamento Ue sull’esportazione di armi – in questo caso le bombe della Rwm Italia, casa madre tedesca – verso paesi in conflitto, come l’Arabia Saudita, con vittime tra i civili come succede da anni in Yemen.
Così si legge: “Capiamo bene che Rwm nel Sulcis significa occupazione, così come prendiamo atto dell’impossibilità di progetti di riconversione dichiarata dall’azienda, ma ciò non toglie il fatto che non vogliamo che la Sardegna sia identificata come terra da cui partono armamenti utilizzati in scenari di guerra nei quali si coinvolgono popolazioni civili e che nulla hanno a che fare con le esigenze di difesa del nostro Paese o dei nostri alleati occidentali.
Anche la produzione e l’uso di armamenti deve aver luogo nelle consapevolezza che i diritti umani vengono prima di qualunque altra cosa. Per questo è necessario che si trovino soluzioni che destinino la produzione di armi localizzata in Sardegna a finalità coerenti con la nostra Carta Costituzionale in generale, e con le risoluzioni adottate dal Parlamento europeo in tema di esportazioni di armamenti verso l’Arabia Saudita in particolare.”
La richiesta:”Siano applicate le risoluzioni Ue”. “Ricordo infatti che il Parlamento europeo ha più volte indicato l’Arabia Saudita come un Paese verso il quale adottare un embargo all’esportazione di armi da parte degli Stati europei”, prosegue il presidente Pigliaru facendo riferimento a una serie di risoluzioni adottate a partire dal 2015, reiterate nel 2016 e ribadite il 13 settembre 2017 .
In particolare con quest’ultima, il Parlamento europeo ha chiesto alla Commissione il potenziamento del controllo sull’esportazione delle armi, la richiesta dell’istituzione di un’autorità UE e la creazione di un meccanismo di sanzioni per gli Stati membri che non rispettano la posizione comune.
Secondo il Parlamento europeo le esportazioni verso l’Arabia Saudita violano la posizione comune dell’UE, e da qui l’invito all’Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri, Federica Mogherini, per l’imposizione di un embargo sulle armi nei confronti del Paese. “Alcuni Paesi hanno comunque deciso di non aspettare – sottolinea Francesco Pigliaru – e hanno attivato autonomamente l’embargo. Tra questi c’è la Germania, l’azionista di RWM. Chiediamo che ora lo faccia anche il Governo italiano”.
Il rebus delle posizioni di lavoro. Nel Sulcis la fabbrica rappresenta un presidio occupazionale, più volte difeso dai sindacati e da tutto il paese. Mentre il Comitato per la conversione e attivisti chiedono appunto una “conversione” della produzione, già negata – ovviamente – dai vertici produttivi. “Per quanto riguarda la salvaguardia dei posti di lavoro in un territorio che di lavoro ha estremo bisogno, non ci limitiamo a rivendicare generiche forme di riconversione, ma chiediamo l’impegno specifico del Governo italiano a favorire la ricollocazione dell’intera produzione localizzata in Sardegna avendo come riferimento l’importante mercato rappresentato dai Paesi europei e dai nostri più stretti alleati e dalla loro necessità di rinnovare e adeguare i propri stock di armamenti ai fini della difesa dei propri confini – così ancora il presidente Pigliaru -. Chiediamo cioè che venga garantita la capacità produttiva e quindi l’occupazione dello stabilimento di Domusnovas. Lo chiediamo al Governo, ma lo chiediamo anche al nostro Parlamento, che ogni anno riceve una relazione sull’esportazione di armi. Ogni partita va giocata dentro le regole – conclude il Presidente – e quelle più importanti sono scritte nelle Costituzione italiana, che ci impegna a ripudiare la guerra”.
SardiniaPost
9 luglio 2018