Piano Prawer, proteste e arresti nel Giorno della Rabbia


NEAR EAST NEWS AGENCY


Migliaia di persone in piazza in tutta la Palestina storica contro il progetto di espulsione. A Gerusalemme arrestato un bambino, ad Aara almeno 20 manifestanti.


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NEWS153677

Il Giorno della Rabbia del popolo palestinese contro la minaccia concreta di una nuova Nakba – il Piano Prawer – ieri ha visto scendere nelle piazze di tutta la Palestina storica migliaia di manifestanti. Numerose le città coinvolte e, alla fine della lunga giornata di protesta, anche gli arrestati dalle forze militari israeliane dispiegate ovunque. Gli organizzatori parlano di decine di arrestati, tra cui un bambino detenuto alla Porta di Damasco a Gerusalemme.

Le due manifestazioni principali si sono svolte in Negev, dove centinaia di poliziotti sono stati dispiegati per reprimere le proteste: hanno chiuso le strade principali e bloccato quelle laterali per impedire ai manifestanti di raggiungere il corteo. Ad Aara la polizia ha disperso la folla lanciando gas lacrimogeni e arrestando almeno 20 persone.

A Ramallah la marcia è partita dalla Muqata, la sede del presidente palestinese, ed è poi proseguita verso Nord: a bordo di cinque autobus circa 150 manifestanti hanno tentato di attraversare il checkpoint di Hizma per arrivare in Negev e prendere parte alla manifestazione principale, ma sono stati circondati dai soldati e fatti risalire con la violenza negli autobus. Un gruppetto è comunque riuscito a evitare i controlli e a bloccare la superstrada diretta verso il checkpoint.

Protesta anche a Tel Aviv, dove centinaia di manifestanti si sono ritrovati vicino alla città di Levahim, lungo la superstrada Tel Aviv-Be’er Sheva. Manifestazioni in sostegno delle comunità beduine palestinesi del Negev è giunta anche dal mondo arabo: proteste si sono tenute anche in Libano, Marocco e Giordania, contro un progetto che ricorda da vicino la Nakba del 1948. Il Piano Prawer prevede il trasferimento forzato e l’urbanizzazione di 40mila beduini, la confisca di oltre 80mila ettari di terre e la demolizione di 45 villaggi non riconosciuti dallo Stato di Israele.

Fonte: Nena News

02 agosto 2013

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