Piano nazionale per l’infanzia: “C’è un impegno per approvarlo in tempi brevi"
Elisabetta Norzi
All’indomani della Giornata sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, l’Osservatorio nazionale e la commissione parlamentare per l’infanzia hanno assunto un impegno preciso: fare arrivare a compimento, nel più breve tempo possibile, l’iter per l’approvazione del piano d’azione del governo per l’infanzia e l’adolescenza. Laura Baldassarre è la responsabile area "diritti infanzia" di Unicef-Italia.
Un Piano nazionale per l’infanzia e l’adolescenza – che in Italia manca da anni -, insieme a un progetto per coinvolgere i ragazzi nel redigerlo. Sono gli impegni presi dall’Osservatorio nazionale per l’infanzia e dalla Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza in occasione della giornata sui diritti dei più piccoli che si è tenuta lo scorso 20 novembre. Laura Baldassarre, responsabile area Diritti infanzia di Unicef-Italia, spiega di che cosa si tratta e fa un bilancio della Giornata.
Secondo l’Unicef la Giornata per i diritti dell’infanzia non deve essere una semplice celebrazione, ma l’assunzione di nuovi impegni concreti. Obiettivo raggiunto?
Sì, nuovi e importanti impegni sono stati presi. Ora il compito dell’Unicef è monitorare perché siano mantenuti. Primo tra tutti, in occasione dell’incontro al Quirinale, è stato stabilito di arrivare a un Piano nazionale per l’infanzia, che manca da diversi anni nel nostro paese. Il ministro Bindi e Ferrero, responsabili del coordinamento dell’Osservatorio nazionale per l’infanzia, si sono impegnati perché l’iter del Piano, che deve essere approvato dalla Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, sia concluso nel più breve tempo possibile.
E gli altri impegni?
Anna Serafini, presidente della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, ha annunciato il progetto di redigere un protocollo, insieme al Coordinamento del Pidida (organismo nato nel 2000 su proposta dell’Unicef che comprende 40 tra associazioni e Ong), dedicato ai diritti dei minori. In particolare, l’obiettivo del protocollo è quello di portare avanti azioni congiunte e coordinate, coinvolgendo i ragazzi stessi. L’idea, quindi, poiché anche la Commissione ha un ruolo importante nella stesura del Piano nazionale per l’infanzia, è di fare partecipare i diretti interessati, ovvero i ragazzi, alla preparazione del documento.
Partecipazione e coinvolgimento diretto dei più piccoli, quindi?
Sì, ed è la prima volta che la Giornata dei diritti per l’infanzia e l’adolescenza viene così fortemente caratterizzata sull’ascolto dei ragazzi, sul loro coinvolgimento diretto. Il 20 novembre erano infatti presenti un ragazzo rom, il sindaco junior di Benevento, un rappresentate delle seconde generazioni di cittadini stranieri in Italia, che hanno raccontato la propria esperienza.
Rispetto, invece, all’intervento del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano?
Il presidente ha evidenziato alcuni aspetti fondamentali: ha ricordato che sia la Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia, sia la nostra Costituzione, parlano di uguali diritti per tutti i bambini. In questo senso, si è impegnato personalmente perché venga al più presto attuata la riforma per il riconoscimento della cittadinanza ai figli dei cittadini stranieri. Non solo: ha parlato dell’importanza dell’integrazione, perché rom e romeni non sono il male.
Quali sono le priorità di intervento, in Italia, per il rispetto dei diritti dell’infanzia?
Già prima delle ultime elezioni politiche, come Unicef abbiamo lanciato un appello ai partiti, rispetto ad alcune azioni urgenti. Prima di tutto per intervenire sull’architettura istituzionale: è urgente definire dei livelli essenziali in ambito civile e sociale per garantire la parità di diritti in tutte le regioni d’Italia. In secondo luogo occorre definire il Piano nazionale, con punti ben delineati e responsabilità precise; poi ci vuole la garanzia di fondi e un adeguato monitoraggio. Infine, l’istituzione di un Garante nazionale dell’infanzia: in alcune regioni – ultima il Molise – esiste già, ma manca una figura analoga a livello nazionale.
E i temi specifici?
I temi specifici sui quali l’Unicef continua ad essere impegnata sono la violenza, la giustizia minorile, i minorenni stranieri, il sostegno a iniziative di partecipazione che coinvolgano i ragazzi. A partire dall’ascolto, in tutti gli ambiti: dalla scuola, ai procedimenti giudiziari, per cui abbiamo lanciato il progetto di una sorta di manuale sulle procedure per interrogare i piccoli coinvolti in vicende giudiziarie.