Il peso sulla coscienza delle nazioni


amelia rossi


L’accorato appello lanciato da Papa Francesco a Bari sabato 7 luglio a conclusione della giornata di preghiera e di riflessione per la pace in Medio oriente, vissuta con i patriarchi della regione.


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Nell’area mediorientale «da anni, un numero spaventoso di piccoli piange morti violente in famiglia e vede insidiata la terra natia, spesso con l’unica prospettiva di dover fuggire. Questa è la morte della speranza. L’umanità ascolti — vi prego — il grido dei bambini», perché solo «asciugando le loro lacrime il mondo ritroverà la dignità»: è l’accorato appello lanciato da Papa Francesco a Bari, sul sagrato della basilica di San Nicola, nella tarda mattinata di sabato 7 luglio, a conclusione della giornata di preghiera e di riflessione per la pace in Medio oriente, vissuta con i patriarchi della regione. Più volte interrotto dall’applauso dei settantamila presenti, il Pontefice ha supplicato «non dimentichiamo i bambini!» perché, ha spiegato, «gli occhi di troppi fanciulli hanno passato la maggior parte della vita a vedere macerie».

E il suo pensiero è andato in particolare alla provincia siriana di Dar’a, dove — ha aggiunto a braccio al testo preparato — «sono ripresi aspri combattimenti che hanno provocato un ingente numero di sfollati, esposti a sofferenze terribili». Del resto, è stata la denuncia di Francesco, la piaga della guerra «che tragicamente assale quest’amata» terra, provoca vittime soprattutto tra «la povera gente». Dunque «non le tregue garantite da muri e prove di forza porteranno la pace, ma la volontà reale di ascolto e dialogo»; anzi, poiché «la guerra è figlia della povertà» essa «si sconfigge» anzitutto «sradicando la miseria»; solo «avendo cura che a nessuno manchino il pane e il lavoro, la dignità». Ma affinché ciò sia possibile, ha insistito, «è essenziale che chi detiene il potere si ponga finalmente e decisamente al vero servizio della pace e non dei propri interessi». Da qui il «basta» del Papa ripetuto più volte: «Basta ai tornaconti di pochi sulla pelle di molti! Basta alle occupazioni di terre che lacerano i popoli! Basta al prevalere delle verità di parte sulle speranze della gente! Basta usare il Medio Oriente per profitti estranei al Medio Oriente!».

Nella consapevolezza, inoltre, che «tanti conflitti sono stati fomentati anche da forme di fondamentalismo e di fanatismo che, travestite di pretesti religiosi, hanno in realtà bestemmiato il nome di Dio», il Pontefice ha evidenziato come la violenza sia «sempre alimentata dalle armi. Non si può alzare la voce per parlare di pace — ha ammonito — mentre di nascosto si perseguono sfrenate corse al riarmo. È una gravissima responsabilità, che pesa sulla coscienza delle nazioni, in particolare di quelle più potenti». Ecco allora altri «basta» gridati a gran voce: alle «contrapposizioni ostinate» e «alla sete di guadagno, che non guarda in faccia a nessuno pur di accaparrare giacimenti di gas e combustibili, senza ritegno per la casa comune e senza scrupoli sul fatto che il mercato dell’energia detti la legge della convivenza tra i popoli!».

In precedenza, sul lungomare il Papa aveva guidato la preghiera ecumenica voluta per «dare voce a chi può solo inghiottire lacrime, perché il Medio oriente oggi piange, oggi soffre e tace, mentre altri lo calpestano in cerca di potere e ricchezze».

L’Osservatore Romano

8 luglio 2018

 

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