Perugia, rabbia e dolore dopo la tragedia
Rassegna.it
Sit-in dei lavoratori della Regione Umbria per ricordare le colleghe uccise e chiedere maggiore rispetto per il proprio lavoro.
Hanno sfilato silenziosamente fuori dagli uffici del Broletto, sede della Regione dell'Umbria a Perugia. Al braccio un laccio nero in segno di lutto. Per le colleghe e i colleghi di Margherita Peccati e Daniela Crispolti, le due lavoratrici uccise a colpi di pistola nel loro ufficio dalla mano di un imprenditore squilibrato, questo è il momento del dolore e della rabbia.
Rabbia per tre morti assurde, ma anche per il modo in cui il loro lavoro, il lavoro pubblico, è stato trattato negli ultimi anni. E allora, riuniti in un grande cerchio sul piazzale antistante il palazzo della massima istituzione regionale, le lavoratrici e i lavoratori hanno parlato della loro condizione, della loro frustrazione e hanno chiesto a gran voce un cambiamento, anche da parte dei media, che spesso hanno cavalcato la campagna contro il lavoro pubblico.
“Avremmo voluto che ieri i tg parlassero di più delle nostre colleghe e di meno dell'imprenditore che le ha uccise e si è poi tolto la vita – ha detto Paolo Cucchiari, della Rsu della Regione Umbria – erano colleghe in gamba, che svolgevano un servizio rivolto a tutti i cittadini italiani, perché il nostro lavoro è questo, un servizio ai cittadini”. Cucchiari, parlando con il megafono alle centinaia di lavoratori scesi sul piazzale, ha chiesto maggiore rispetto per “chi lavora qua dentro per poco più di mille euro al mese”.
Poi un minuto di silenzio e l'abbraccio ai familiari di tutte le vittime. Ma la preoccupazione e lo sconforto sono tangibili. “Io lo confesso, ho paura perché queste cose possono anche ripetersi se non fermiamo il degrado sociale e culturale che abbiamo attorno”, dice una lavoratrice. Mentre un'altra collega delle vittime, precaria come Daniela Crispolti, sottolinea come anche questa volta l'anello più debole della catena finisca per pagare il prezzo più grande: “Mi auguro che questa tragedia possa spingere le istituzioni a ridare dignità anche ai tanti colleghi precari che lavorano in questo e negli altri enti pubblici”.
La presidente della Regione, Catiuscia Marini, ha chiesto di incontrare la Rsu e lo farà in giornata. Ieri, lei stessa, con evidente commozione, aveva affermato che "questa strage è anche figlia di un sentimento di scontro, non voglio parlare di odio, verso i dipendenti pubblici che per stipendi a volte poco considerevoli sono al servizio di tutti”.
La Rsu della Regione ha intanto avanzato la proposta di devolvere un'ora di stipendio ai familiari delle due colleghe uccise, mentre domani, festa della Donna, Cgil, Cisl e Uil dell'Umbria hanno indetto mezz'ora di sciopero proprio in coincidenza con l'orario del duplice omicidio, tra le 12.30 e le 13.00. Un gesto simbolico – spiegano i tre sindacati – che vuole però testimoniare la vicinanza di tutto il mondo del lavoro ai familiari e ai colleghi delle vittime.
Fonte: www.rassegna.it
7 marzo 2013