Perugia-Assisi, Flavio Lotti all’ERA: “50 anni di Perugia-Assisi, 50 anni d’impegno per la pace e i diritti umani”
La redazione
“La sfida storica è quella di invitare i cittadini, i giovani del nostro paese a fare i conti con una realtà si complessa ma tutt’altro che omogenea…”.
"Mi ha fatto molto piacere incontrare a Perugia anche l'Associazione Radicale Esperanto perchè credo che la Marcia Perugia- Assisi debba essere sempre un luogo aperto e un luogo di incontro con tutti coloro che vogliono provare a cimentarsi con le grandi sfide che dobbiamo affrontare in questo nostro tempo davvero molto difficile". Lo ha dichiarato Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della Pace della Marcia per la Pace Perugia-Assisi, ai microfoni di Radio Radicale nel corso della trasmissione "Democrazia Linguistica.it" a cura dell'Associazione Radicale Esperanto (ERA), che ha aderito alla marcia su invito del Movimento Nonviolento. La trascrizione completa dell'intervista si può rintracciare sulla pagina internet della Rubrica radiofonica (www.democrazialinguistica.it).
"Questi 50 anni di Perugia- Assisi siano anche 50 anni di un lungo impegno per la pace e i diritti umani, pieno di difficoltà ma anche di tanti sforzi generosi portati avanti da tantissima gente, da tantissime organizzazioni, un pezzo della storia fondamentale del nostro paese che dobbiamo impegnarci a scrivere. Bisogna che ci diciamo con franchezza che la pace non è solo assenza di guerra, è il contrario della guerra, e dobbiamo ribadirlo in un tempo in cui la guerra e le armi continuano a farla da padrone in tante parti del mondo, ma non c'è pace quando non c'è giustizia e non c'è pace quando non c'è lavoro, quando non ci sono quelle condizioni minime per poter ottenere, vivere quelli che sono i diritti fondamentali di ciascuno di noi", ha proseguito Lotti.
"La sfida storica è quella di invitare i cittadini, i giovani del nostro paese a fare i conti con una realtà si complessa ma tutt'altro che omogenea: accanto a tanti pericoli ci sono tantissime opportunità e noi siamo nel cuore di questo Mediterraneo che è stata la culla dell' Europa, della nostra stessa casa madre, e non possiamo non renderci conto che o daremo un contributo determinante al successo di questa transizione dalla dittatura alla democrazia per i popoli del Nord Africa oppure perderemo la più grande opportunità storica degli ultimi 30/40 anni. Io personalmente sono molto d' accordo che il tema della lingua sia uno dei nodi culturali, oltre che politico-economici che dobbiamo affrontare: per altro questa è una questione che accomuna il nord e il sud delle due sponde del Mediterraneo perché anche l'altra metà della popolazione del Mediterraneo, che è una popolazione araba, rivendica l'uso della lingua araba come una delle lingue del dialogo e certamente noi non possiamo non accogliere questa legittima rivendicazione", ha concluso Flavio Lotti.
Associazione radicale "Esperanto"
12 luglio 2011