Perché Israele non ha “amico migliore” dell’Italia
NEAR EAST NEWS AGENCY
Con 473 milioni di euro, Israele è stato il primo cliente per l’industria bellica italiana nel 2012. E il premier Letta è ansioso di intensificare i rapporti.
di Stephanie Westbrook
Quando i leader politici di Italia e Israele si incontreranno il prossimo mese per un vertice a Torino, sarà per festeggiare una fiorente amicizia – una in cui l’Italia aiuta Israele ad occultare la sua realtà macchiata di sangue.
I discorsi ufficiali in vista del summit del 2 dicembre sono sugli accordi politici, economici e culturali. Ciò che invece passa sotto silenzio e l’intensa cooperazione militare tra i due paesi.
Una testimonianza della forte collaborazione è stata la recente visita in Israele del Generale Pasquale Preziosa, capo di stato maggiore dell’aeronautica militare italiana. Preziosa sta in Israele come ospite personale del Generale Amir Eshel, comandante delle forze aeree israeliane (IAF).
Preziosa è arrivato per le prossime esercitazioni di “Bandiera Blu”, la più grande esercitazione aerea multinazionale nella storia di Israele, che vedrà la partecipazione di Italia e Grecia, due paesi europei in crisi economica, insieme allo storico alleato di Israele, gli Stati Uniti. Oltre 100 aerei da combattimento e circa 1000 soldati e piloti parteciperanno a missioni aria-aria e aria-terra pianificate da Israele nella base di Ovda nel deserto del Naqab (Negev).
Letale
La visita di Preziosa coincide con la rivelazione dei dettagli di un nuovo piano letale dell’IAF. Conosciuto come “Expanding Attack Capacity” (EAC), il nuovo piano è stato concepito per aumentare di 10 volte il numero di obiettivi che Israele è in grado di rilevare e distruggere. Il Brigadier Generale Amikam Norkin, capo delle operazioni aeree dell’IAF, ha spiegato come funzionerà il piano EAC in un’intervista con Defense News.
Sotto EAC, un uso “massiccio, persistente e punitivo” della cosiddetta “forza aerea di recisione” ridurrebbe la durata delle guerre future e dell’uso di forze di terra, secondo Norkin. Ha indicato che Israele vuole essere in grado di colpire molti più obiettivi di quanto ha fatto quando ha bombardato Gaza nel novembre 2012. Durante l’attacco durato otto giorni, Israele ha ucciso più di 170 palestinesi, ha distrutto 450 abitazioni e danneggiato altre 8000.
Con 473 milioni di euro, Israele è stato il primo cliente per l’industria bellica italiana nel 2012, secondo il rapporto annuale del governo di Roma sulle esportazioni di armi. Questo è dovuto soprattutto all’acquisto di 30 caccia da addestramento M-346 dell’Alenia Aermacchi, controllata del produttrice di armi Finmeccanica, come parte di uno sbilanciato pacchetto di acquisti “reciproci” in cui l’Italia ha acquisito da Israele circa un miliardo di dollari in attrezzature militari e per la sorveglianza.
Corteggiare Israele
Il vertice di Torino sarà il quarto incontro ad alto livello tra l’Italia e Israele. I rapporti tra i due paesi sono diventati così stretti negli ultimi anni che Benjamin Netanyahu, il primo ministro israeliano, ha affermato nel 2010 che pensa che Israele non abbia un amico migliore della sua controparte italiana Silvio Berlusconi. Da allora ci sono stati due cambi di governo a Roma.
Tuttavia, Enrico Letta, capo di un governo di grande coalizione, appare ansioso di intensificare i già forti rapporti con Israele quanto i due precedenti premier, Mario Monti e Silvio Berlusconi.
Solo due mesi dopo che è entrato in carica, durante il suo primo viaggio fuori dall’Europa, Letta ha incontrato Netanyahu a Gerusalemme, affermando che i rapporti non avrebbero potuto essere migliori e che l’Italia aveva molto da imparare da Israele. Ad ottobre, durante una conferenza stampa con Netanyahu, il quale stava a Roma per incontrare il Segretario di Stato statunitense John Kerry, Letta ha previsto che il vertice di Torino avrebbe rafforzato i rapporti politici, economici e culturali con Israele.
Letta, guarda caso, ha già in passato corteggiato Israele. Come Ministro dell’Industria nel 2000, ha firmato un accordo per la cooperazione nella ricerca scientifica, tecnologica e dell’industria tra Israele e l’Italia.
Lucrativo
Tredici anni dopo, una nota dall’ufficio di Tel Aviv dell’Istituto nazionale di commercio estero indica che la cooperazione tra Israele e Italia si è dimostrata particolarmente remunerativa per le industrie aerospaziali e della sicurezza cibernetica. Quest’ultimo settore, anche se chiamato più precisamente guerra cibernetica, stava anche sull’agenda della visita del 5 novembre in Italia di Benny Gantz, capo maggiore dell’esercito israeliano, così come oggetto di una serie di conferenze annuali organizzate all’Università La Sapienza di Roma dalla compagnia israeliana Maglan.
Gruppi di studenti, che hanno saputo vedere attraverso il velo della sicurezza e riconoscerla come la prossima frontiera della guerra tecnologica, hanno organizzato proteste all’evento di quest’anno. Ad ottobre, durante la sua “missione per la crescita” che mirava a stabilire rapporti più stretti tra Israele e l’Unione Europea, Antonio Tajani, il commissario europeo per l’industria e le imprese, ha portato con sé dieci imprese italiane. Due di queste, Selex e Global Services, fanno parte del gruppo Finmeccanica, un conglomerato parastatale e uno dei dieci maggiori produttori d’armi del mondo. Tajani, nominato alla commissione europea da Berlusconi, è da molto tempo un apologeta per Israele.
Il sostegno vergognoso dell’Italia ad Israele non passerà incontestato. In programma ci sono tre giorni di protesta a Torino, con una manifestazione nazionale il 30 novembre, che chiede di interrompere tutti gli accordi tra l’Italia e Israele.
Per quanto Netanyahu possa pensare di non avere amico migliore dell’Italia, le proteste sottolineeranno che i suoi alleati rappresentano un’élite, non la popolazione generale.
Fonte: Nena News
2 dicembre 2013