Per i dimenticati di Idlib
amelia rossi
Oggi a piazza San Pietro è stata data una belle e importante dimostrazione di come l’impegno cittadinanza responsabile si possa rispettare anche in una fase così delicata come quella che stiamo attraversando. Il nostro grazie va prima di tutto a Riccardo Cristiano, tra i fondatori dell’associazione Amici di padre Dall’Oglio e membro dell’Ufficio di presidenza […]
Oggi a piazza San Pietro è stata data una belle e importante dimostrazione di come l’impegno cittadinanza responsabile si possa rispettare anche in una fase così delicata come quella che stiamo attraversando.
Il nostro grazie va prima di tutto a Riccardo Cristiano, tra i fondatori dell’associazione Amici di padre Dall’Oglio e membro dell’Ufficio di presidenza di Articolo 21.
Non possiamo dire che stiamo assistendo alla tragedia del popolo siriano. Semplicemente perché non se ne trova quasi traccia nei nostri media e la nostra politica, anche quella parte che non è legittimamente impegnata a gestire l’epidemia di coronavirus, ha deciso di non occuparsene.
E dobbiamo constatare, purtroppo, che non è una cecità solo italiana. Nel resto d’Europa filtra su quotidiani e siti d’informazione qualche notizia in più, qualche corrispondenza dai luoghi in cui si consuma l’annientamento umano e sociale del popolo siriano, qualche reportage dai campi profughi.
Ma l’effetto presso i governanti dei nostri vicini è solo ribadire la chiusura dei confini “europei”, spalleggiando l’uso della forza da parte dei militari greci che respingono i pochi che riescono a imbarcarsi con l’illusione di salvarsi dalla brutalità congiunta di Erdogan e di Assad sorretto dai russi. Ci aspettiamo un nuovo via libera a Erdogan, che ha dimostrato di saper ben usare la pressione dei disperati per fermare qualsiasi intervento, sia pure solo diplomatico, su un pezzo di Medioriente che considera già suo.
Da noi il silenzio. O, peggio, poche scarne notizie relegate nelle pagine interne o in ultima fila sui siti più consultati; le tragedie lontane non pagano.
Per questo silenzio colpevole, saremo oggi a piazza San Pietro: da laiche e laici, quali siamo ad Articolo 21, vogliamo ringraziare Papa Francesco: la sua voce è l’unico richiamo a resuscitare in noi l’umanità, a guardare negli occhi le donne, gli uomini, i bambini di Idlib e di tutta la Siria come guardiamo negli occhi i nostri familiari più cari. Chiedere giustizia e protezione per loro significa chiedere giustizia, solidarietà e protezione per noi stessi; l’avanzare del contagio da coronavirus deve accrescere la nostra capacità di provare “compassione” nel senso più alto per le sorelle e i fratelli siriani; sarebbe un suicidio sociale, culturale e persino economico chiuderci in casa e pensare che il mondo fuori dalla finestra non ci riguardi: quello che accade all’altro da noi accade a noi.
Ma insieme a Francesco vogliamo anche ringraziare le colleghe e i colleghi di Avvenire e il direttore Marco Tarquinio, una delle pochissime testate italiane che tengono accesa una luce, un grande riflettore direi, sulla tragedia siriana e su tutti gli angoli oscurati del pianeta. Una redazione che contribuisce a riscattare il giornalismo italiano dalle sue amnesie. Appuntamento quindi a piazza San Pietro, ci saremo!
Elisa Marincola
Portavoce nazionale di Articolo 21