Perù: dopo 23 anni Medici Senza Frontiere chiude il suo progetto e lascia il paese


Alessandra Tarquini - Vis


“Con la chiusura del nostro ultimo programma siamo ora pronti a lasciare il paese dopo 23 anni di attività continuativa”, dichiara Loris De Filippi, coordinatore dei progetti in Perù. “Certamente rimaniamo pronti a rispondere ai bisogni della popolazione nel caso in cui nuove emergenze colpiscano il Perù”.


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Perù: dopo 23 anni Medici Senza Frontiere chiude il suo progetto e lascia il paese

 

 

 

 

 

 

 

 

Dopo 23 anni di attività Medici Senza Frontiere lascia il Perù, dove lavorava dal 1985 negli anni drammatici della guerra civile.
“Abbiamo raggiunto gli obiettivi primari di questo programma e ora abbiamo consegnato tutte le attività del nostro progetto HIV al Ministero della Salute”, ha dichiarato Loris De Filippi, coordinatore dei progetti di MSF in Perù. “La decisione di passare il progetto è arrivata grazie all’importante coinvolgimento da parte del Ministero per riprendere e seguire tutte le nostre attività. Il rifornimento di medicinali per l’AIDS è garantito per il prossimo anno e il Global Fund per combattere AIDS, Tubercolosi e Malaria ha investito in maniera decisa per supportare le strategie nazionali del governo peruviano su HIV e AIDS. Per questo crediamo che per MSF sia giunto il momento di ritirarsi”.

Agli inizi l’intervento di Medici Senza Frontiere in Perù si concentrò nel dipartimento Andino di Ayacucho dove le popolazioni delle comunità rurali erano particolarmente vulnerabili. Negli anni sono seguiti progetti di vario genere: dall’accesso alle cure di base a programmi per la cura di HIV/AIDS e Tubercolosi in contesti complessi e tra gli ultimi interventi di questo tipo, il progetto nella prigione maschile di Lurigancho, una delle più grandi e sovraffollate di Lima.

MSF ha risposto inoltre a una serie di emergenze che hanno colpito il paese negli ultimi 20 anni, l’ultima in occasione del terremoto che ha colpito la regione di Ica lo scorso 15 agosto, offrendo supporto ai sopravvissuti del terremoto fornendo cure mediche e psicologiche, medicinali ai centri di salute e distribuendo beni di prima necessità. Questo intervento si è concluso nel dicembre 2007.

Negli ultimi anni il lavoro di MSF si è concentrato sulla cura globale del virus dell’HIV/AIDS. Il Perù è un paese a bassa prevalenza e l’epidemia di AIDS è concentrata in gruppi emarginati quali persone che si prostituiscono, persone omosessuali, tossicodipendenti e detenuti.

Il progetto nello slum di Villa El Salvador è iniziato nel 2004 e mirava a implementare un modello decentralizzato per la cura globale dell’AIDS. Villa El Salvador è il secondo slum più grande di Lima e conta circa 500mila abitanti.
Qui le equipe di MSF hanno fornito non solo cure mediche ai pazienti affetti da HIV ma hanno anche lavorato per ridurre lo stigma e la discriminazione promuovendo un libero accesso alle cure e rafforzando l’identità e la consapevolezza di chi vive con il virus e degli operatori sanitari.
Inoltre, in cinque province peruviane, MSF ha implementato per la prima volta il conto manuale dei CD4. MSF ha formato operatori sanitari del Ministero della Salute su questa tecnica cruciale per stabilire il livello di difese immunitarie e determinare il momento adatto per un paziente HIV positivo per iniziare la terapia antiretrovirale.
A partire dal 2006 MSF ha gradualmente trasferito tutte le attività di Villa El Salvador al Ministero della Salute. Queste includono i rifornimenti di medicinali e la cura di 100 pazienti decentralizzati dall’ospedale di riferimento San Josè a 3 centri di salute periferici nello slum. In questo modo i pazienti saranno in grado di ricevere le cure vicino alle loro case.
MSF ha formato oltre 2mila operatori sanitari e implementato il sistema di test volontario per l’HIV in oltre 30 centri di salute. Dall’inizio del progetto oltre 482 pazienti affetti da HIV/AIDS sono stati inseriti nel programma e 342 di loro messi sotto terapia antiretrovirale.
“Con la chiusura del nostro ultimo programma siamo ora pronti a lasciare il paese dopo 23 anni di attività continuativa”, conclude De Filippi. “Certamente rimaniamo pronti a rispondere ai bisogni della popolazione nel caso in cui nuove emergenze colpiscano il Perù”.

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