Pax Christi: “…per riveder le stelle del diritto!”


Pax Christi Italia


Una presa di posizione forte e determinata da parte di Pax Christi sulla situazione attuale del nostro Paese emerge dal documento diffuso ieri dal Consiglio nazionale del movimento cattolico internazionale per la pace.


CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+
Pax Christi: "…per riveder le stelle del diritto!"

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Uscire dalla bolgia…
16 marzo 2010 – Tonio Dell'Olio
Una presa di posizione forte e determinata da parte di Pax Christi sulla situazione attuale del nostro Paese emerge dal documento diffuso ieri dal Consiglio nazionale del movimento cattolico internazionale per la pace. Il riferimento è ai mali che in questo segmento di vita sociale stanno segnando più fortemente l’Italia. Sono cinque i nodi messi in evidenza dal documento: La diffusione della corruzione e delle forme di illegalità, “la degenerazione privatistica, aziendalista e populistica del sistema politico”, l’affermazione di legislazioni e norme discriminatorie e razziste, il “cancro della criminalità organizzata”, il “nichilismo” che avanza. Ma non si tratta solo di un’analisi lucida e precisa, quanto di una sollecitazione a mobilitarsi. Si legge nel documento: “Assieme ad altri, anche noi intendiamo contrastare tali fenomeni valorizzando esperienze sociali e politiche legate al concetto di cittadinanza umana, di bene comune, di giustizia e di legalità, di cittadinanza attiva (…)”. D’altra parte se questi valori divenissero parte costitutiva dell’azione pastorale quotidiana della presenza delle chiese in Italia, sarebbe un contributo notevole, anzi fondamentale.
Forse anche chi normalmente non emette fattura, chi paga favori con escort, chi evade il fisco e persino chi guida un’organizzazione criminale vera e propria, frequenta la Messa o quantomeno si dice credente. Non è problema di poco conto pensare che queste scelte possano tranquillamente convivere con la fede.

Fonte: Mosaico dei giorni

***

Testo del documento

USCIRE DALLA BOLGIA INFERNALE

Impegnati sui problemi del disarmo nazionale e internazionale, attenti ai drammi presenti in Palestina, in Iraq e in Iran, nel Salvador e in Sudan, mentre prepariamo l’Assemblea nazionale di aprile sulla “cittadinanza responsabile” e la marcia estiva per la Costituzione a Monte Sole presso Marzabotto, ci sentiamo duramente colpiti dalla deriva etica, politica e giuridica pericolosamente attiva in cinque direzioni:
la diffusione della corruzione e l’abitudine all’illegalità nell’economia, nella politica, nella società che stanno minando i fondamenti dello stato di diritto e la dignità della persona. La “questione immorale” si è estesa in ogni ambito. Riemersa ultimamente nella “nuova Tangentopoli”, nella “ricostruzione” dell'Aquila, nei condizionamenti dell'informazione, nell'attacco al diritto al lavoro, nella revisione peggiorativa della legge sul commercio delle armi, è diventata una questione democratica costituzionale;
la degenerazione privatistica, aziendalista e populistica del sistema politico, la produzione di provvedimenti a sostegno di pochi, lo svilimento delle regole, un vero e proprio “massacro delle istituzioni” secondo l’ex presidente Ciampi, in ogni caso lo svuotamento progressivo della Costituzione, un abuso di potere recentemente visibile nel decreto “interpretativo” salvaliste e nell’approvazione del legittimo impedimento;
la faticosa costruzione della cittadinanza umana in un contesto carico di normative e proposte discriminatorie, spesso razziste, contrarie ai principi costituzionali e al codice internazionale dei diritti umani in particolare ai diritti dei minori visto che la tutela delle frontiere appare più importante della difesa della famiglia e dell’educazione dei figli;
“il cancro della criminalità organizzata” rappresentata dalle mafie che, come osserva il recente documento della CEI Per un paese solidale. Chiesa italiana e mezzogiorno, “avvolge e schiavizza la dignità della persona e avvelena la vita sociale, perverte la mente e il cuore di tanti giovani, soffoca l'economia, deforma il volto autentico del Sud”;
la diffusione di modelli di comportamento arroganti e maschilisti basati sulla logica del più forte, del più ricco, del più furbo, del più esibizionista, del più volgare, del più cinico e del più egoista…Il “nichilismo” che avanza. Una vera emergenza educativa a partire da mondo degli adulti.
Assieme ad altri, anche noi intendiamo contrastare tali fenomeni valorizzando esperienze sociali e politiche legate al concetto di cittadinanza umana, di bene comune, di giustizia e di legalità, di cittadinanza attiva che troviamo presenti in molti testi ecclesiali a partire da quelli episcopali degli anni Novanta: Educare alla legalità (1991), Stato sociale ed educazione alla socialità (1995), Educare alla pace (1988). Nel 1991 la CEI osservava, tra l’altro: “anche la classe politica, con il suo frequente ricorso alle amnistie e ai condoni, a scadenze quasi fisse, annulla reati e sanzioni e favorisce nei cittadini l’opinione che si può disobbedire alle leggi dello Stato. Chi si è invece comportato in maniera onesta può sentirsi giudicato poco accorto per non aver fatto il proprio comodo come gli altri, che vedono impunita o persino premiata la loro trasgressione della legge"(9).
Nel 2002, l’arcivescovo di Milano affermava che l’eclissi di legalità è l’eclissi della moralità, che è necessaria una forte vigilanza per non svendersi a nessuno, che è urgente il risveglio della coscienza morale perché “uno dei mali più gravi della coscienza è che si ammutolisca e, anziché diventare un richiamo all’impegno personale e sociale, finisca per far cadere nella sordità di fronte all’aspetto morale”. L’aggressione della coscienza può avvenire “dal di dentro” quando “il criterio delle scelte fatte non è il criterio della verità, ma del proprio interesse; non è il criterio di un servizio agli altri, ma di un proprio comodo” (“La Repubblica” 20.12.2002).
Pochi mesi fa, mons. Gianfranco Bottoni osservava: “fascismo di ieri e populismo di oggi sonofenomeni storicamente differenti, ma hanno in comune la necessità di disfarsi di tutto ciò che è democratico, ritenuto ingombro inutile e avverso” (1.11.09). A proposito della discussione riguardante la presentazione delle liste in Lazio e Lombardia, osserviamo anche noi con mons. Domenico Mogavero, responsabile della Conferenza episcopale italiana per gli affari giuridici, che ''cambiare le regole del gioco mentre il gioco è in corso è un atto altamente scorretto'', che ''la democrazia e' una realtà' fragile che ha bisogno di essere sostenuta e accompagnata da norme e da regole, altrimenti non riusciamo più a orientarci''. Se invece ''dovesse essere diretta dall'arbitrio di qualcuno o se dovesse essere improvvisata ogni giorno mancherebbe la certezza del diritto, dei rapporti e delle prospettive”.
Il pasticcio delle liste elettorali in un clima di scontro esasperato, il disprezzo delle regole, l’accusa reiterata da parte governativa (che ha visto la reazione del Consiglio Superiore della Magistratura) dell’esistenza di complotti organizzati da chi dissente o dalla magistratura stessa stanno esasperando una situazione già grave di pericolosa confusione che il presidente Napolitano chiama bolgia, che è un luogo dell’inferno dantesco che ospita i “fraudolenti”. Da esso vogliamo uscire per rivedere le stelle del diritto.
Alcuni dicono che è esagerato parlare di “regime”. Ma il momento di rottura costituzionale o il “punto di non ritorno” è per definizione irreversibile. Una volta raggiunto, per molto tempo diventa impossibile o inutile protestare. Dovere civico è prevenirlo. Occorre vigilare sull’erosione graduale delle regole, sullo svuotamento delle istituzioni, sullo scontro permanente tra istituzioni dello stato, sull’aggressione delle coscienze civili, sui rischi di assuefazione al degrado.
E’ urgente mobilitarsi partecipando a iniziative di difesa e sviluppo della Costituzione, della democrazia, della legalità e della giustizia. In ambito civile, molti cittadini variamente attivi: i comitati Dossetti, la Rosa bianca, Libera, Strada facendo, la Commissione italiana domenicana “Giustizia e pace”, Responsabilità civile, Libertà e Giustizia, Osservatorio sui Migranti, Rete per il Disarmo, la Tavola della pace e tante realtà stanno operando per il rilancio della democrazia nei suoi fondamenti umani e costituzionali.
In ambito ecclesiale, il Pontificio Consiglio Migranti invita a mettere in atto l’Istruzione Erga migrantes caritas Christi del 2004 attraverso “campagne internazionali per combattere pubblicamente la discriminazione, la xenofobia e il razzismo; incontri interculturali e progetti per neutralizzare le paure razziali e culturali, il sospetto e la diffidenza; il sostegno ai migranti affinché diventino sostenitori della propria identità culturale e dei propri diritti” nel rispetto per le leggi del Paese che li accoglie.
La Conferenza episcopale italiana, col suo citato lucido documento antimafia, ancora poco conosciuto avanza proposte di cambiamento radicale basate sulla "cultura del bene, della cittadinanza, del diritto, della buona amministrazione e della sana impresa nel rifiuto dell'illegalità". Sollecita “un'azione pastorale che miri a cancellare la divaricazione tra pratica religiosa e vita civile e spinga a una conoscenza più approfondita dell'insegnamento sociale della Chiesa, che aiuti a coniugare l'annuncio del Vangelo con la testimonianza delle opere di giustizia e di solidarietà".
Il cristiano non si rassegna mai alle dinamiche negative della storia, osserva il documento: “nutrendo la virtù della speranza, da sempre coltiva la consapevolezza che il cambiamento è possibile e che, perciò, anche la storia può e deve convertirsi e progredire". L’analisi allarmata del fenomeno mafioso si collega a tante proposte operative, al monito di Giovanni Paolo II contro la mafia del maggio1993, alle testimonianze di Luigi Sturzo, Aldo Moro, Giuseppe Puglisi, Giuseppe Diana e Rosario Livatino, alla necessità di adottare “uno stile profetico che educa alla speranza”.
Riteniamo necessario esprimere la nostra fedeltà al Vangelo di Cristo e la nostra corresponsabilità ecclesiale sostenendo attività di educazione alla pace e alla democrazia; la promozione di città democratiche e civili; iniziative ecumeniche finalizzate ai temi della pace, della giustizia e della salvaguardia del creato; percorsi di cittadinanza responsabile nelle scuole, nelle parrocchie, nel territorio e in campo internazionale. La costruzione della civiltà del diritto è parte integrante della
lotta per la pace e dell’azione nonviolenta come forza pasquale di resurrezione perché “sgorghi l'equità come acqua e scorra la giustizia come fiume perenne”(Amos 5,24).
Il CN di Pax Christi, riunitosi a Firenze il 13 14 marzo 2010, a conclusione del suo incontro nel quale ha preso in esame vari problemi internazionali (i conflitti dimenticati, Palestina, Iraq, Salvador, Sudan) e nazionali (una deriva antidemocratica diffusa, la nascita della “Difesa spa”, il rischio di peggiorare la legge sul commercio delle armi), a proposito delle ultime discussioni nazionali condivide le opinioni recentemente espresse da mons. Domenico Mogavero, responsabile della Conferenza episcopale italiana per gli affari giuridici, per il quale ''cambiare le regole del gioco mentre il gioco è in corso è un atto altamente scorretto''. Il “pasticcio” delle liste elettorali con relativo decreto “interpretativo”, l’introduzione del “legittimo impedimento”, il disprezzo delle regole, il tentativo di alimentare lo scontro tra istituzioni, l'accusa reiterata da parte governativa dell’esistenza di complotti organizzati da chi dissente o dalla magistratura stanno esasperando una situazione già grave di pericolosa confusione che il presidente Napolitano chiama “una bolgia”, che nell’inferno dantesco è il luogo dei “fraudolenti”. Da esso intendiamo uscire agendo per rivedere le stelle del diritto.
Concorda, inoltre, pienamente con il Pontificio Consiglio dei Migranti, contrario a ritenere la tutela delle frontiere più importante della tutela della famiglia e dell’educazione dei minori. Ritiene importante valorizzare operativamente il documento episcopale antimafia “Per un paese solidale” che invita a un cambiamento radicale basato sulla "cultura del bene, della cittadinanza, del diritto, della buona amministrazione e della sana impresa nel rifiuto dell'illegalità" e sollecita un'azione pastorale che miri a cancellare la divaricazione tra pratica religiosa e vita civile e spinga a una conoscenza più approfondita dell'insegnamento sociale della Chiesa”.
A tal fine, tra le varie iniziative, sta preparando sia la prossima Assemblea nazionale di Pax Christi, che si terrà a Milano il 17 18 aprile sul tema della “cittadinanza responsabile” e sia la marcia estiva della Costituzione a Monte Sole presso Marzabotto in partenza il 26 luglio.

CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+

Lascia un commento