Papa Francesco e le crisi del mondo


Avvenire


Dalla Terra Santa allo Yemen, dall’Ucraina al Niger. Messaggio ecumenico per la pace in Sud Sudan.


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Papa Francesco ha aperto il Natale 2019 con un Messaggio congiunto, insieme al primate anglicano Justin Welby e all’ex moderatore della Chiesa di Scozia John Chalmers, indirizzato ai leader politici del Sud Sudan sollecitando l’attuazione degli accordi di pace e ribadendo la volontà di visitare il Paese. “Desideriamo formulare a voi e al popolo Sud-Sudanese i migliori auguri di pace e di prosperità, assicurando la nostra vicinanza ai vostri sforzi per l’attuazione sollecita degli Accordi di pace”, afferma il Messaggio. “Eleviamo pertanto le nostre preghiere al Cristo Salvatore per un rinnovato impegno nel cammino di riconciliazione e di fraternità”, aggiunge. “Il Signore Gesù, Principe della Pace, illumini e guidi i vostri passi nella bontà e nella verità, affinché si renda possibile la nostra auspicata visita a codesto caro Paese” dicono ancora i tre capi religiosi.

LA BENEDIZIONE URBI ET ORBI

Poi, in un’affollatissima e assolata Piazza San Pietro, nel Messaggio “Urbi et Orbi” dalla Loggia centrale della Basilica, il Papa il giorno di Natale ha ripercorso e chiesto soluzioni, “rischiarare le tenebre” afferma, per le varie situazioni di guerra e di crisi nel mondo. Ha chiesto “luce per i tanti bambini che patiscono la guerra e i conflitti in Medio Oriente e in vari Paesi del mondo“, “conforto per l’amato popolo siriano che ancora non vede la fine delle ostilità che hanno lacerato il Paese in questo decennio”, e auspicato che Cristo “ispiri i governanti e la comunità internazionale a trovare soluzioni che garantiscano la sicurezza e la convivenza pacifica dei popoli della Regione e ponga fine alle loro indicibili sofferenze”. Ha augurato “sostegno” per il Libano, “perché possa uscire dall’attuale crisi”. “Luce” viene invocata dal Papa anche per la Terra Santa, “dove continua l’attesa di tanti che, pur nella fatica ma senza sfiduciarsi, aspettano giorni di pace, di sicurezza e di prosperità”.

“Consolazione” è invece l’augurio per l’Iraq, “attraversato da tensioni sociali”, e per lo Yemen, “provato da una grave crisi umanitaria”. “Penso ai bambini dello Yemen” aggiunge con dolore. Il Papa auspica “speranza” per il Continente americano, nella “stagione di sommovimenti sociali e politici”. In particolare per “il caro popolo venezuelano, lungamente provato da tensioni politiche e sociali”, perché non manchi “l’aiuto di cui ha bisogno”. Benedice “gli sforzi di quanti si stanno prodigando per favorire la giustizia e la riconciliazione e si adoperano per superare le varie crisi e le tante forme di povertà”.

Nel pensiero del Pontefice ricorrono “la cara Ucraina“, “che ambisce a soluzioni concrete per una pace duratura”, e i popoli dell’Africa, “dove perdurano situazioni sociali e politiche che spesso costringono le persone ad emigrare, privandole di una casa e di una famiglia”, esprimendo vicinanza alle vittime dei conflitti, delle calamità naturali, delle emergenze sanitarie, delle persecuzioni religiose, degli attacchi terroristici, “soprattutto in Burkina Faso, Mali, Niger e Nigeria”.

L’invocazione è infine a “difesa e sostegno” dei migranti, poiché “è l’ingiustizia – dice – che li obbliga ad attraversare deserti e mari, trasformati in cimiteri. È l’ingiustizia che li costringe a subire abusi indicibili, schiavitù di ogni tipo e torture in campi di detenzione disumani. È l’ingiustizia che li respinge da luoghi dove potrebbero avere la speranza di una vita degna e fa loro trovare muri di indifferenza”.

LA MESSA NELLA NOTTE DI NATALE

Nella Messa della notte di Natale, in una Basilica di San Pietro gremita di fedeli, papa Framcesco aveva interpretato il mistero della Natività con le parole dell’apostolo Pietro: “È apparsa la grazia di Dio”, così chiamata, spiega, “perché è completamente gratuita”. “Mentre qui in terra tutto pare rispondere alla logica del dare per avere, Dio arriva gratis. Il suo amore non è negoziabile: non abbiamo fatto nulla per meritarlo e non potremo mai ricompensarlo. È l’amore divino, l’amore che trasforma la vita, rinnova la storia, libera dal male, infonde pace e gioia” dice nell’omelia.

 

IL TESTO DELL’OMELIA DELLA NOTTE DI NATALE

Avvenire

26 dicembre 2019

 

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