Palestina. Così vicino, così lontano


Il team di RICUCIRE LA PACE 2009, Pax Christi Italia


Il team di "Ricucire la pace 2008" di Pax Christi Italia prosegue il suo viaggio in Palestina in un territorio segnato duramente dalla violenza cieca da parte dei coloni tra i più fanatici ed armati


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Palestina. Così vicino, così lontano

Ore 13, nei dintorni di Hebron, qualche km a sud di Betlemme, Palestina, paesaggio semi desertico.
Circa 15 persone cercano riparo dal sole cocente in un campo di ulivi tra due villaggi. Per percorrere circa una ventina di chilometri, destinazione il piccolo villaggio di At-Tuwani, raggiungibile in auto in un quarto d’ora, il gruppetto é arrivato a destinazione solo quasi 4 ore dopo, dovendo aggirare di nascosto check point e jeep di soldati armati fino ai denti.
“Casualmente” l’intera zona, proprio in concomitanza con la conferenza stampa indetta in quel villaggio, è stata dichiarata per 5 ore  “area militare” con divieto d’accesso per chiunque dall’esercito israeliano che ha il controllo anche di questa parte di territorio palestinese.
 La scusa addotta -come al solito- è la sicurezza. I coloni israeliani hanno minacciato di compiere aggressioni e i militari invece di bloccare loro, fermano tutti.
Risultato: la conferenza stampa indetta da Operazione Colomba (www.operazionecolomba.it ) e CPT (Christian Pacemaker Team) per far arrivare al mondo il grido della gente del luogo non si è potuta svolgere. I bambini che aspettavano gli ospiti per festeggiare con loro la fine del campo estivo sono rimasti delusi. E’ solo l’ennesimo episodio in un territorio segnato duramente dalla violenza cieca da parte dei coloni tra i più fanatici ed armati, insediati nelle colline che sovrastano il villaggio, violenza che colpisce vecchi e bambini, “colpevoli” solamente di voler vivere nella propria terra.
Hebron-At Tuwani, vicine o lontane?

La presenza di internazionali ad At Tuwani è iniziata alcuni anni fa a causa della terribile situazione dell’area: attacchi dei coloni ai bambini che cercano di arrivare a piedi a scuola dai villaggi vicini, attraversando una vallata tra due insediamenti illegali di israeliani. Prima, non potendo percorrere la  strada breve divenuta troppo pericolosa, erano stati costretti a camminare quasi due ore per arrivare a scuola e due per tornare indietro.
Gli ebrei ultranazionalisti hanno anche avvelenato la cisterna dell’acqua del villaggio e i pascoli delle poche pecore con cui sopravvivono gli abitanti, sono state distrutte case e auto dei palestinesi senza alcuna motivazione, confiscate tutte le fonti d’acqua costringendo gli abitanti del villaggio a comprarla.
A settembre  i bambini di At Tuwani riusciranno ad arrivare a scuola?
Educazione, vicina o lontana?

Hebron, (200.000 abitanti) un anziano prega davanti ad una rete con filo spinato che blocca la strada al di là della quale c’è il cimitero. Da alcuni anni non può recarsi alla tomba del padre perché in tutta quella zona della città è vietato l’accesso da quando vi si sono insediati circa 400 coloni israeliani che girano armati e vengono difesi da 1200 soldati israeliani.
Il cimitero, vicino o lontano?

Betlemme, Charitas Baby Hospital, 5 Km da Gerusalemme.
La vita o la morte di un bambino che necessita di cure sanitarie specialistiche, che l’unico ospedale pediatrico della Cisgiordania non può offrirgli, dipende dalla possibilità di avere il permesso per passare il check point che porta in territorio israeliano. Permesso che l’autorità israeliana a discrezione può negare al bambino o al familiare o concederlo quando è troppo tardi.
Oggi il Baby Hospital non lavora più prevalentemente con le emergenze ma con malattie genetiche e croniche causate dai matrimoni tra consanguinei, molto diffusi a causa della limitazione di movimento provocata dal muro dell’apartheid.
La salute, vicina o lontana?

Gerusalemme-Betlemme, prima della costruzione del muro, 5 minuti di auto.
Oggi, per un uomo, donna, bambino, anziano palestinesi, il tragitto si trasforma in una via crucis.
Solo pochi fortunati di Betlemme ricevono il permesso da Israele per uscire dalla segregazione e lavorare, studiare e farsi curare al di là del muro.
Questi pochi “fortunati” devono però affrontare un umiliante check point con attese di ore stipati tra griglie di ferro, perquisizioni, controllo delle impronte digitali, senza alcuna certezza di arrivare dall’altra parte.
Per presentarsi alle 7.00 al lavoro a centinaia arrivano come nuovi schiavi “all’imbuto di ferro” già dalle 4 di mattina, alcuni dormendo direttamente li sui cartoni.
Lavoro, vicino o lontano?

In tutti i giornali del mondo anche in questi giorni continuiamo a leggere
che tra Israele e Palestina “la pace non è mai stata così vicina”.
Ma qui, tutte le persone che abbiamo incontrato -nessuna esclusa-
arabi musulmani o cristiani, laureati o gente della strada,
ci dicono e ci mostrano con le loro vite, esattamente il contrario:
la pace non è mai stata così lontana.

Il Team di Ricucire la Pace 2008
Beer Sheva, 10 agosto 2008

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