Padre e figlio insieme in marcia


Uno dei 200.000 in marcia


Perugia-Assisi 2011. Io c’ero… Il racconto di Alberto suona come un invito.


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Padre e figlio insieme in marcia

Cinquantasette e tredici, padre e figlio. Insieme facciamo settant'anni e i nostri pensieri, spesso costretti sui binari della contingenza (il lavoro, la scuola, la spesa al super, i compiti…) oggi sfumano lentamente, sostituiti in primo piano dal semplice piacere di sedere vicini sul pullman senza obblighi ed incombenze urgenti.
Il viaggio è lungo ma Perugia è tutta da scoprire: mini-metrò, palazzi medievali, folla del sabato. E la cena, anziché un imbarazzante consesso di sconosciuti, si rivela un'occasione per condividere la soddisfazione di esserci.
La mattina dopo, le (quattro!) stelle dell'albergo ci osservano mentre ci incamminiamo, timorosi per la quantità di strada da percorrere e per la novità dell'impresa. Già dopo pochi chilometri, però, ogni timore è scomparso; ci sentiamo serenamente parte di una vicenda importante: siamo lì per testimoniare quella stessa pace che, grazie all'impegno fisico, si concretizza anche dentro di noi.
Più camminiamo e più cresce la consapevolezza di potercela fare. E camminare ci consente di guardarci in giro apprezzando ciò che non degneremmo di uno sguardo viaggiando in auto.
La parte finale del percorso, penosamente in salita, ci taglia gambe e fiato, ci rende chiaro che un negozio di biciclette ad Assisi sarebbe una pessima idea ma, nello stesso tempo, ci carica emotivamente: la rocca è lì, a portata di mano nel cielo azzurro.
Il panino con la porchetta, seduti sul prato all'ombra della rocca, ci riappacifica con stomaco e gambe mentre, nel frattempo, la piana comincia a riempirsi: arrivano persone a centinaia, a gruppi e alla spicciolata, giovani e meno giovani, sudate, colorate, allegre, comprese, stravolte, con striscioni, bandiere, cartelli, gonfaloni, a piedi e in bicicletta (ma come hanno fatto?!?).
Mi aspettavo una manifestazione strutturata, un corteo con slogan e servizio d'ordine. Questa invece, più che una manifestazione per la pace, sembra un pellegrinaggio di pace.
Perseo, l'autista del pullman ci aspetta per le quattro e mezzo e, a malincuore, ripercorriamo a ritroso il cammino della mattina non trascurando una visitina alle basiliche di Santa Chiara e San Francesco. Ma scendere non è così semplice: le strade di Assisi sono invase da gente che, in pace, testimonia la pace.
Abbiamo dato poco, solo la nostra presenza, ma abbiamo capito tanto: chiudersi nel proprio guscio non serve a nessuno. Per quanto riguarda poi lo smaltimento dell'acido lattico, un paio di giorni saranno più che sufficienti. E per la prossima edizione potremmo dirlo anche a…

Alberto Pivari

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