Onu, strage di migranti adolescenti gettati in mare


la Repubblica


Le vittime sarebbero una cinquantina. Il trafficante di uomini ha costretto i ragazzi a scendere dalla barca. L’Oim: “Erano tutti piuttosto giovani, l’età media era di circa 16 anni”


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Almeno 50 migranti adolescenti somali ed etiopi sono stati “affogati deliberatamente” questa mattina da uno scafista al largo della costa dello Yemen. Lo afferma l’Organizzazione internazionale per la migrazione (Oim). Il trafficante avrebbe costretto 120 ragazzi a gettarsi in mare vedendo dopo aver avvistato, vicino alla costa, un’imbarcazione dell’autorità marittima.

Durante un normale giro di controllo, lo staff dell’Oim ha trovato i resti di 29 migranti africani sepolti alla meglio nella sabbia dai sopravvissuti, nella provincia yemenita di Shabwa lungo il golfo di Aden. Gli operatori Onu hanno anche prestato soccorso a 27 ragazzi scampati alla strage che erano rimasti sulla spiaggia, mentre altri superstiti erano fuggiti. I dispersi sarebbero 22. “Erano tutti piuttosto giovani, l’età media era di circa 16 anni”, ha detto la portavoce dell’Oim Olivia Headon che ha definito l’accaduto “scioccante e disumano”.

Il racconto di chi è riuscito a salvarsi è atroce. “I sopravvissuti ci hanno detto di essere stati costretti a buttarsi in acqua, alcuni spinti fisicamente in mare dallo scafista che poi è ripartito per tornare in Somalia e prendere un altro carico di persone da portare nello Yemen seguendo la stessa strada”, ha spiegato Laurent de Boeck, il capo della missione Oim nello Yemen. “La sofferenza dei migranti su questa rotta è enorme. Troppi i giovani pagano i trafficanti con la falsa speranza di un futuro migliore “, ha concluso de Boeck.

Lo stretto braccio di mare tra il Corno d’Africa e lo Yemen è una rotta molto battuta dai trafficanti di uomini, anche se il Paese dal 2015 anni è dilaniato dalla guerra. Una strada che, secondo l’Oim, quest’anno è già stata percorsa da almeno 55mila persone (un terzo di loro sono donne) provenienti in gran parte da Somalia ed Etiopia, sperando di trovare lavoro nelle ricche ‘petromonarchie’ sunnite del Golfo, dove peraltro sono trattati spesso alla stregua di ‘servi’.

Ma nonostante il conflitto, che vede schierati da una parte una coalizione di Paesi sunniti guidati dall’Arabia Saudita e dall’altra i ribelli sciiti Houthi, sostenuti dall’Iran, in Yemen i migranti africani continuano a passare, proprio perché

non c’è un’autorità centrale che possa impedire loro di sbarcare e proseguire poi il loro viaggio. Ma proprio a causa della guerra il tragitto diventa sempre più pericoloso e i migranti finiscono spesso nelle mani dei guerriglieri o di banditi senza scrupoli.

Repubblica

10 agosto 2017

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