Onu: basta criminalizzare le operazioni di salvataggio in mare


UNHCR


Italia: esperti ONU condannano la criminalizzazione delle attività di salvataggio dei migranti e le minacce all’indipendenza della magistratura.


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Gli esperti delle Nazioni Unite in materia di diritti umani* hanno espresso grave preoccupazione per la detenzione e il procedimento penale in Italia contro il capitano tedesco della nave di salvataggio Sea-Watch 3, e hanno dichiarato che le minacce al giudice che ne ha decretato il rilascio sono illegali.

“Salvare i migranti in difficoltà in mare non è un crimine”, hanno detto gli esperti. “Esortiamo le autorità italiane a porre immediatamente fine alla criminalizzazione delle operazioni di ricerca e salvataggio”.

Carola Rackete è stata arrestata e posta agli arresti domiciliari il 29 giugno 2019 dopo che Sea-Watch 3 è entrata nel porto italiano di Lampedusa con 40 migranti a bordo. Il 1 luglio 2019, Rackete è comparsa davanti a un giudice accusata di aver ignorato la polizia all’attracco a Lampedusa e di averne colpito una motovedetta. Il giudice ha respinto le accuse il giorno successivo, stabilendo che Rackete aveva adempiuto al suo dovere di salvare persone in difficoltà in mare, ordinandone l’immediato rilascio. Da allora ha ricevuto minacce di morte e stupro ed è stata presa di mira online attraverso messaggi sessisti.

Rackete resta sotto inchiesta in procedimenti penali separati per accuse relative alla messa in pericolo della vita degli agenti di polizia e all’agevolazione dell’immigrazione clandestina. Se condannata, potrebbe dover affrontare fino a 15 anni di carcere.

“I continui tentativi di sopprimere le operazioni di ricerca e salvataggio delle ONG mettono a rischio la vita di migliaia di migranti che tentano di attraversare il mare”, ha detto Obiora C. Okafor, Esperto indipendente su diritti umani e solidarietà internazionale. “Questo procedimento giudiziario potrebbe avere un effetto agghiacciante sui difensori dei diritti dei migranti e sulla società civile nel suo complesso”, ha aggiunto Michel Forst, relatore speciale sui difensori dei diritti umani.

Da quando ha deciso di rilasciare Rackete, il giudice è stato attaccato dai media. Il Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha detto attraverso i social media che la sentenza è un “giudizio politico” che ha permesso la liberazione di un “criminale”, e ha invitato il giudice, che ha definito “di sinistra”, a togliersi la veste e candidarsi alle elezioni per il Partito Democratico.

“Le accuse ideologiche di natura politica rivolte a un giudice dalle autorità dell’esecutivo per il semplice adempimento di una norma consolidata di diritto pubblico internazionale che stabilisce il dovere di salvare persone in pericolo in mare costituiscono una grave violazione dei principi di indipendenza giudiziaria e di separazione dei poteri. Il dovere di rispettare e attenersi a giudizi e  decisioni della magistratura costituisce un necessario corollario del principio di separazione dei poteri”, ha detto Diego García-Sayán, relatore speciale sull’indipendenza di giudici e avvocati.

“I politici dovrebbero astenersi dal commentare le decisioni giudiziarie, soprattutto quando i procedimenti giudiziari sono ancora in corso. Le dichiarazioni pubbliche e gli attacchi personali di alte personalità politiche sono una grave interferenza con l’autonomia dei singoli giudici, e possono avere l’effetto di ostacolare l’autorità della magistratura come ramo autonomo del potere statale”, ha detto García-Sayán.

Gli esperti dell’ONU hanno in precedenza espresso preoccupazione, in due lettere ufficiali al governo italiano, per la criminalizzazione o il blocco dell’aiuto umanitario a favore di migranti e rifugiati nel Mediterraneo, compreso il rifiuto di consentire alle navi delle ONG di sbarcare nei porti italiani.

Il 14 giugno 2019 l’Italia ha emanato un decreto di emergenza che impone sanzioni pecuniarie alle navi per ogni persona salvata in mare e trasferita sul territorio italiano, oltre a minacciare di vedersi ritirare o sospendere la licenza.

“Queste misure legislative affrettate hanno il potenziale per minare seriamente i diritti umani dei migranti, comprese le vittime di detenzioni arbitrarie, torture e altre gravi violazioni dei diritti umani”, hanno detto gli esperti. “Essi contravvengono direttamente agli obblighi dell’Italia in materia di diritti umani derivanti dalle operazioni di ricerca e salvataggio, compreso l’obbligo inderogabile di rispettare e proteggere il diritto alla vita”.

* Gli esperti: Mr Diego García-Sayán, Relatore Speciale sull’ indipendenza di giudici e avvocati; Mr Michel Forst, Relatore Speciale sulla situazione dei Difensori dei diritti umani; Mr Obiora C. Okafor, Esperto indipendente su diritti umani e solidarietà internazionale; Mr Felipe González Morales, Relatore speciale sui diritti umani dei migrantie Ms Dubravka Šimonovic,Relatrice Speciale sulla violenza contor la donna, le sue cause e conseguenze.

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