Una notte… con i senza tetto


La redazione


Un’amica ci manda da Parigi la testimonianza di una notte passata con i senza tetto.


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clochard

“Sto tornando a casa ora, le tempie mi pulsano per il mal di testa ma ancora una volta ho tante storie in tasca e gli occhi pieni di sguardi…
Nelle mani ancora l’odore di una merendina al cioccolato diventata giocattolo tra le mani di una bambina, nelle orecchie qualche parola scambiata al volo con qualche famiglia prima di partire per accompagnare due donne somale, entrambe sole, ragazze invecchiate dalla stanchezza che si ritrovano in un corpo e in un viso d’anziane. La più grande mi chiede dove sia mia madre, e mio padre, e la mia famiglia.
Scuote la testa quando le rispondo che sono tutti in Italia, che sono sola qua a Parigi, scuote la testa e i suoi occhi per un istante fuggono tra le strade di Mogadiscio, tra i suoi figli, tutti maschi, nelle stanze del luogo che chiama casa… in fondo qualcosa ci accomuna questa notte. Quando ci salutiamo mi dice che non mi scorderà, ricevo la sua benedizione e me ne vado.
Di fianco alla fermata della metro un bozzolo umano è sdraiato per terra. Nessuna coperta, i piedi scalzi. Un bozzolo di nylon trasparente, rannicchiato come un feto, ma non c’è nulla che sembra stia per nascere, qui. Spero almeno domani diventi farfalla. Spero almeno che il velo che porta addosso serva a togliere quello che copre i nostri sguardi di passanti distratti, e che domani saremo noi a camminare coi piedi della coscienza scalzi.
Mi aggrappo a questa speranza, e ti penso.

Buonanotte o buongiorno, torno presto  “.


Paola da Parigi ..una notte, tra le altre, ad accompagnare i senza tetto …

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