Nonviolenza e politiche di pace, subito una legge per il Friuli Venezia Giulia


Michela Trigari


Alessandro Capuzzo, della Tavola della pace del Friuli Venezia Giulia, sollecita la Regione ad accelerare l’iter legislativo ormai fermo da un anno. “La marcia Perugia-Assisi ridarà lo slancio alla proposta”. La base militare di Aviano e il porto nucleare di Trieste i nodi da sciogliere


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Nonviolenza e politiche di pace, subito una legge per il Friuli Venezia Giulia

La Tavola della pace del Friuli Venezia Giulia chiede con forza alla propria Regione di approvare la proposta di legge sulle “Politiche di pace, nonviolenza attiva e salvaguardia dei diritti umani” (progetto regionale n. 230 del 2 febbraio 2007). E sfrutterà il periodo autunnale che precede la marcia Perugia-Assisi per cercare di “portare sotto la luce dei riflettori questa proposta di legge, il cui cammino è fermo ormai da un anno”, dice Alessandro Capuzzo della Tavola della pace friulana. “Intanto il 6 e 7 settembre, nel Comune di Sgonico (in provincia di Trieste), organizzeremo un incontro pubblico con i consiglieri regionali che fanno parte della commissione d’esame per ragionare sui tempi e sui modi dell’iter legislativo di questo progetto di legge”, presentato da alcuni consiglieri di Intesa Democratica (la coalizione di centrosinistra che sostiene Illy), che andrebbe a sostituire la vecchia legge regionale sulla pace, la n. 15 dell’87.

“Il nuovo testo è frutto di un percorso iniziato già due anni e mezzo fa dall’assessore Roberto Antonaz, il primo amministratore regionale a essere investito della delega alle Politiche per la pace, e che ha coinvolto le associazioni, gli enti locali e la Tavola della pace. Ma voci di corridoio dicono che il progetto di legge si sarebbe arenato per incomprensioni politiche – continua Capuzzo –. I nodi da sciogliere sarebbero la base militare di Aviano e il porto nucleare di Trieste”. Infatti, nel testo della norma si legge che la Regione Friuli Venezia Giulia “ripudia la guerra e sostiene i processi di smantellamento degli arsenali di armi di distruzioni di massa”. “Così però si corre il rischio di arrivare alla fine della legislatura senza vedere approvata la legge”, commenta Alessandro Capuzzo.

In attesa della nuova legge regionale sulla nonviolenza e la salvaguardia dei diritti umani (che prevede iniziative di educazione alla pace, la creazione di un organo consultivo e di indirizzo chiamato Agorà della pace, la nascita di un Centro di documentazione e ricerca sul disarmo e il dialogo interculturale e interreligioso, e la celebrazione della Giornata per la pace e i diritti umani il 10 dicembre di ogni anno), la Tavola della pace friulana ha appena presentato all’assessore Roberto Antonaz una lettera firmata dall’Italian peace research institute (Ipri) e dalla Rete dei ccp (corpi civili di pace) per l’istituzione di questi ultimi anche in Friuli Venezia Giulia.

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