Nonviolenza è dire un tu


Aldo Capitini


"Chi sceglie il metodo della nonviolenza ha continue occasioni di contrastare il mondo, perché mentre la nonviolenza è apertura all’esistenza, alla libertà, allo sviluppo di tutti gli esseri, il mondo, cioè la realtà e l’organizzazione della società esistente, presenta ostacoli, dà colpi, sfrutta e schiaccia con indifferenza".


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Nonviolenza è dire un tu

Nonviolenza è dire un tu ad un essere concreto e individuato; è avere interessamento, attenzione, rispetto, affetto per lui, è aver gioia che esso esista, che sia nato, e se non fosse nato, noi gli daremmo la nascita: assumiamo su di noi l’atto del suo trovarsi nel mondo, siamo come madri.

La nonviolenza non è soltanto rifiuto della violenza attuale, ma è diffidenza contro il risultato ingiusto di una violenza passata. (Religione aperta, Il problema religioso attuale)

Oggi la nonviolenza è alla svolta della storia, che o continua a ripetere se stessa o si rinnova. Chi commette la violenza, ripete passivamente  millenni. Dire intrepidamente no è far posto ad altro…la nonviolenza ispira i suoi persuasi ad una insistente campagna per il rispetto della libertà, contro la pena di morte e la tortura, per la trasformazione delle prigioni, per il continuo sviluppo del fatto educativo al posto di quello coercitivo, in modo da contrapporre ai provvedimenti legislativi tanti provvedimenti educativi che conducono allo stesso risultato voluto dalla legge, ma spontaneamente.

Circa un primo modo di affermare la pace (quello che potremmo dire di carattere illuministico, fondato sui diritti dell’uomo, sul suo essere “cittadino”), c’è da compiere il lavoro continuo di richiamo ad una cittadinanza veramente mondiale, non ubicata in nessun luogo “eletto dalla Provvidenza” di  Dio o della Storia, diffidente a tutte le soluzioni di guerra sia pure “per l’ultima volta”. C’è anche che questo “cittadino del mondo” non difenda il diritto di restare quello che è, angusto religiosamente e ingiusto socialmente. (Italia nonviolenta)

Chi è nonviolento è portato ad avere simpatia particolare con le vittime della realtà attuale, i colpiti dalle ingiustizie, dalle malattie, dalla morte, gli umiliati, gli offesi, gli storpiati, i miti e i silenziosi, e perciò tende a compensare queste persone ed esseri…con maggior attenzione e affetto, contro la falsa armonia del mondo ottenuta buttando via le vittime.

Chi sceglie il metodo della nonviolenza ha continue occasioni di contrastare il mondo, perché mentre la nonviolenza è apertura all’esistenza, alla libertà, allo sviluppo di tutti gli esseri, il mondo, cioè la realtà e l’organizzazione della società esistente, presenta ostacoli, dà colpi, sfrutta e schiaccia con indifferenza. La nonviolenza offre, dunque, un grande insegnamento concreto perché ci fa capire quale è la lotta fondamentale in cui siamo impegnati: difendere e sviluppare la realtà di tutti contro gli impedimenti della realtà e società attuali.

ALDO CAPITINI

“Azione nonviolenta”

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